Polemiche sul dissalatore di Porto Empedocle emergono ancor prima che l’opera prenda forma.
Le associazioni ambientaliste agrigentine Mareamico e Legambiente hanno sollevato alcune questioni riguardo alla collocazione e la gestione dei futuri dissalatori mobili modulari previsti per Porto Empedocle. In una lettera indirizzata al Prefetto di Agrigento, al Presidente della Regione Sicilia, all’ASP di Agrigento, all’ARPA Sicilia e a Siciliacque, i gruppi ambientalisti hanno richiesto rassicurazioni e dettagli tecnici sulla realizzazione di questi impianti, che dovrebbero sorgere all’interno dell’area di proprietà della centrale elettrica ENEL.
La questione centrale riguarda il rispetto delle normative ambientali, che impongono il prelievo dell’acqua da dissalare lontano dalla costa e in profondità per garantire una qualità migliore e ridurre l’impatto del trattamento. Analogamente, i reflui generati dal processo di desalinizzazione – costituiti da acque ipersaline e cariche di reagenti chimici – dovrebbero essere dispersi al largo, evitando ripercussioni sulla qualità del mare e sulla balneazione.
L’aspetto che più preoccupa le associazioni è l’ipotesi, ancora non confermata, che l’acqua da trattare venga prelevata direttamente dalla zona portuale di Porto Empedocle e che gli scarichi post-trattamento vengano rilasciati sulla spiaggia di Marinella, celebre per essere il litorale della serie televisiva Il Commissario Montalbano. Se così fosse, si tratterebbe di una scelta che metterebbe a rischio l’ecosistema marino costiero e la qualità delle acque balneabili, con possibili conseguenze anche dal punto di vista turistico ed economico, secondo le associazioni ambientaliste.
Mareamico e Legambiente chiedono dunque chiarimenti pubblici, per evitare che la cittadinanza si trovi di fronte a decisioni già prese senza un adeguato confronto. Il loro intervento non si oppone al dissalatore in sé – considerato un’infrastruttura fondamentale per risolvere la cronica emergenza idrica della Sicilia – ma si focalizza su dove e come verranno gestite le fasi di prelievo e scarico.
È innegabile che il dissalatore a Porto Empedocle sia un’opera necessaria, considerato il deficit idrico che affligge molte aree della Sicilia.
La vicenda evidenzia una problematica ricorrente in Italia: la gestione delle grandi opere pubbliche tra necessità e polemiche. È fondamentale dissipare i dubbi per garantire che il dissalatore venga costruito quanto prima, ma nel rispetto dell’ambiente e della salute pubblica.
Da una parte c’è la delicatezza del tema, ma dall’altra l’urgenza di avere nuove fonti di approvvigionamento idrico.
Non ci si può permettere che burocrazia e polemiche rallentino la realizzazione di un’opera strategica. L’obiettivo deve essere uno solo: garantire acqua potabile alla popolazione senza compromettere l’ecosistema marino.


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