Allo sciopero, con manifestazione a Roma ieri, per dire “no” alla soppressione del profilo professionale e chiedere l’ingresso nell’area delle elevate professionalità hanno aderito anche i 9 direttori del Ministero della Giustizia in servizio ad Agrigento (4 al tribunale, 3 alla procura della Repubblica, e uno ciascuno al giudice di Pace e al magistrato di Sorveglianza).
I direttori della Giustizia, 1.650 in tutta Italia, rappresentano la vera “macchina” operativa dei tribunali. Dal punto di vista dell’inquadramento professionale, sono i quadri della amministrazione giudiziaria e svolgono, altresì, un importante e concreto ruolo di cerniera tra i magistrati e il personale di cancelleria.
“Siamo il vertice della piramide degli uffici giudiziari e facciamo da tramite tra la dirigenza, i magistrati e il personale tutto – afferma Rosalia Mangione, avvocato, direttore della giustizia al tribunale di Agrigento –. Abbiamo incarichi di responsabilità e grande rilievo e siamo sempre in prima linea negli uffici giudiziari per risolvere diverse problematiche”.
“Svolgiamo anche funzioni di vicario di dirigente e in sua assenza la direzione viene affidata a noi. Stiamo subendo una palese ingiustizia, un grandissimo torto, grazie anche al progetto “sposato” dai sindacati che riteniamo sia stata una scelta scellerata. Rivendichiamo la figura del direttore nel Ministero della giustizia – conclude – e se ci deve essere una riforma l’entrata di diritto del direttore nella quarta area”.
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