Giovanni Di Leo resta alla guida della Procura della Repubblica di Agrigento. I giudici della prima sezione del Tar Lazio, presieduta da Francesca Petrucciani, hanno rigettato il ricorso del magistrato Roberta Buzzolani, attuale procuratore di Sciacca, con il quale aveva chiesto l’annullamento della nomina di Di Leo a capo dei pubblici ministeri di Agrigento. Roberta Buzzolani, rappresentata dagli avvocati Giovanni e Giuseppe Immordino, aveva impugnato la delibera del plenum del Csm che aveva conferito lo scorso luglio l’incarico di Procuratore capo della Repubblica di Agrigento a Giovanni Di Leo, rappresentato dall’avvocato Maria Beatrice Miceli.
Il Csm lo scorso 26 luglio ha scelto Di Leo che ha incassato 17 voti favorevoli (compreso quello del vicepresidente Pinelli) contro i 12 di Roberta Buzzolani. La nomina è stata così impugnata dall’attuale procuratore di Sciacca che ha lamentato l’illegittimità del giudizio operato dal Consiglio Superiore della Magistratura e, in particolare, la valutazione dei cosiddetti “indicatori specifici” come quello di aver già ricoperto incarichi direttivi. Per i giudici del Tar Lazio chiamati a pronunciarsi nel merito “il giudizio del Csm non è illogico, si fonda su di una valutazione prettamente di merito e non può essere sovvertito da una diversa valutazione del giudice amministrativo”.
I giudici amministrativi hanno sottolineato che “nel conferimento degli incarichi direttivi e semi-direttivi il Csm gode di un ampio margine di apprezzamento che è sindacabile, in sede di legittimità, solo se inficiato per irragionevolezza, omissione o travisamento dei fatti, arbitrarietà o difetto di motivazione”. Scrive il Tar: “Di Leo vanta esperienze sia nel settore civile sia (maggiormente) nel settore penale, avendo svolto funzioni giudicanti e requirenti, in uffici di primo grado e presso la Suprema Corte di Cassazione”.