“Ho avuto un breve colloquio con Matteo Messina Denaro, è durato qualche minuto. Gli ho spiegato che è nelle mani dello Stato e gli ho detto che avrà piena assistenza medica. Lui ha ringraziato”. Così il procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia. Il boss di Castelvetrano potrebbe partecipare domani in videoconferenza all’udienza del processo ai mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio in corso davanti alla Corte d’assise d’Appello di Caltanissetta. A quanto si apprende, nel penitenziario di massima sicurezza de L’Aquila è già stata allestita una sala attraverso la quale si svolgerà il collegamento.
Nel frattempo l’Ordine dei medici di Trapani ha avviato l’iter per il procedimento disciplinare nei confronti di Alfonso Tumbarello, medico curante di Matteo Messina Denaro, e del primario di Oncologia di Trapani Filippo Zerilli, che per primo diagnosticò il tumore al colon al capomafia. Entrambi indagati, saranno convocati entro i prossimi dieci giorni: “Valuteremo se ci sono profili di violazione del codice deontologico”, dice il presidente provinciale dell’Ordine, Vito Barraco.
E il gran maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi ha firmato un provvedimento di sospensione a tempo indeterminato da ogni attività massonica per il medico Alfonso Tumbarello. “Presa visione delle notizie apparse sulla stampa – inizia così il provvedimento – secondo le quali Alfonso Tumbarello, appartenente alla loggia Valle di Cusa – Giovanni di Gangi (1035) all’Oriente di Campobello di Mazara, sarebbe sottoposto ad indagini per reati di rilevante gravità, decreta”.
Tumbarello, che ha 70 anni, è indagato per “procurata inosservanza della pena”, con l’aggravante di aver favorito un mafioso. Sentito dai carabinieri del Comando provinciale di Trapani, si è difeso dicendo di non sapere nulla del boss arrestato lunedì. “Credevo di curare il vero Andrea Bonafede”. Ma è una ricostruzione che non ha convinto gli investigatori e i magistrati della Procura distrettuale antimafia.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp