Cuttaia interpreta il Cretto di Burri e la Scala dei Turchi con due piatti simbolo della Sicilia
Agrigento, 16 aprile (Adnkronos) – Nella cornice di “Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025”, Pino Cuttaia, chef due stelle Michelin de ‘La Madia’ a Licata, omaggia la memoria e la resilienza della Sicilia con una nuova creazione dolce ispirata al Cretto di Burri. Il celebre chef, da sempre interprete profondo dell’identità siciliana, racconta la sua terra attraverso la cucina, intrecciando sapori, paesaggi e storie. Oggi lo fa con un dessert simbolico che celebra la forza della rinascita e il valore della memoria.
“Chi cucina – sottolinea lo chef – può attingere da un paesaggio caro e ricrearlo in un piatto. È anche questo un gesto culturale”. E così, Cretto di Burri, la monumentale opera ambientale realizzata tra il 1984 e il 1989 (e completata nel 2015) dall’artista Alberto Burri, diventa fonte di ispirazione per un dolce ricco di significato. Il Cretto è stato realizzato sui resti di Gibellina vecchia, distrutta dal terremoto che colpì la Valle del Belìce nel 1968, ed è oggi simbolo di memoria e resilienza.
Il dessert, che porta lo stesso nome dell’opera, è una crema alla mandorla su pan di Spagna con liquore alla mandorla, sormontata da una riproduzione autentica in scala del Cretto, realizzata con pasta di mandorle bianca. “Il Cretto è un segno nella terra, una cicatrice che racconta cosa è stato – spiega Cuttaia –. Ho voluto trasformare quella tragedia in un gesto dolce, in una carezza per non dimenticare”.
Burri, su incarico del sindaco Ludovico Corrao, trasformò quel luogo in un’opera imponente e poetica, ricoprendo le macerie del vecchio paese con una colata di cemento bianco. Un lenzuolo di oltre 80mila metri quadrati che ricalca le strade del vecchio abitato, trasformando la rovina in arte e diventando memoria viva.
L’omaggio al paesaggio siciliano continua con la ‘Scala dei Turchi’, un altro luogo iconico della Sicilia. Qui Cuttaia racconta la scogliera bianca tra Realmonte e Porto Empedocle, fatta di marna e argilla, avvolta da storie e leggende. Il piatto diventa una visione marina: una sfoglia trasparente di calamaro ripiena di crema di ricci di mare, nascosta sotto una spuma all’acqua di mare. Alla vista, richiama una medusa eterea, ma al palato restituisce il gusto rassicurante del mare vicino alla terraferma.
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