Lo confessiamo, le esternazioni di ieri sera del sindaco di Raffadali Silvio Cuffaro ci avevano lasciati perplessi. Affermare che l’ospedale provincia è un focolaio d’infezione e che lui ha raccomandato ai suoi concittadini di non andarci era un’affermazione destabilizzante del sistema sanitario provinciale. Soprattutto perché viene fatta da un sindaco, fratello di un ex Governatore della Sicilia. Certo, è stato fatto in un momento di sconforto, quando ha ricevuto la notizia dall’asp di una sua compaesana contagiata e mentre vede i giovani stare assembrati per le vie di Raffadali senza precauzioni anti covid.
Ma per fortuna, passata la foga e dopo un colloquio avuto stamattina con i vertici dell’asp, ha subito ritrattato, le accuse. I dati forniti dall’asp, infatti, lo hanno convinto del buon servizio che è stato e viene ancora svolto all’Ospedale San Giovanni di Dio.
Lo screening fatto il 7 maggio scorso su 928 dipendenti è stato fatto proprio per scovare gli eventuali asintomatici, quelli cioè che non hanno sintomi della malattia. Non hanno febbre e non hanno altre manifestazioni per cui passerebbero tranquillamente i controlli dei termo-scanner.
Ne sono usciti fuori quattro positivi, ovvero lo 0,4 per cento. Pochi, pochissimi, ma scoperti grazie alla prevenzione fatta dall’Asp.
E non sono neppure definitivi. Ad alcuni è stato rifatto e nel secondo caso risultano negativi per cui si sta procedendo a un terzo tampone. Se fosse negativo anche questo la percentuale si abbasserebbe ulteriormente. In ogni caso sono già stati posti in quarantena per cui non sono più al lavoro. In ogni caso in questo momento all’ospedale San Giovanni di Dio non c’è nessun caso di coronavirus. Pesante quindi dire che è un focolaio d’infezione.
Ritrattare, quindi, è stato giusto. La prossima volta forse sarebbe meglio riflettere prima di parlare