L’emergenza idrica in atto e l’aumento delle tariffe idriche destano forti preoccupazioni nei dirigenti del Cartello Sociale di Agrigento. I dirigenti Don Mario Sorce, per la Curia agrigentina e per i sindacati Alfonso Buscemi, Paolo Ottaviano e Gero Acquisto in un comunicato lancia un appello chiaro: basta ambiguità, basta tatticismi. È tempo che ogni amministrazione si assuma le proprie responsabilità, davanti ai cittadini.
La decisione assunta da 24 sindaci della provincia di Agrigento di procedere all’aumento delle tariffe idriche segna un punto di svolta nella gestione dell’acqua pubblica nel territorio.
L’aumento delle tariffe, secondo i dirigenti del Cartello Sociale “non ha come obiettivo il salvataggio dell’AICA, ma piuttosto quello di evitare il dissesto finanziario dei rispettivi Comuni”.
Il Cartello segnale che “alcuni sindaci non hanno ancora versato le quote di capitale sociale e non hanno utilizzato i fondi del prestito regionale destinati all’avvio della società consortile. Alcuni addirittura, colpevolmente, prendono l’acqua senza pagarla “affamando” Aica esponendola al rischio fallimento e di fatto facendo pagare ai cittadini quanto da loro non versato”
Un prospetto del debito aggiornato al 31 dicembre 2024 – allegato al comunicato diffuso dal Cartello Sociale – parla chiaro: tre comuni da soli rappresentano quasi il 50% del debito complessivo nei confronti di AICA. Questo vuol dire che, mentre la collettività è chiamata a pagare di più, una parte della classe politica continua a sottrarsi alle proprie responsabilità.
In un contesto in cui l’acqua dovrebbe essere garantita come diritto essenziale, la politica locale si trova a scaricare il peso delle proprie disfunzioni direttamente sulle famiglie. Il carico economico ricade infatti sui cittadini, costretti a fronteggiare rincari sempre più frequenti in nome di una sostenibilità finanziaria che appare più come un espediente contabile che un piano di risanamento serio.
“Questo atteggiamento alimenta una pericolosa mancanza di chiarezza e fa sospettare l’esistenza di strategie orientate a ostacolare la gestione pubblica del servizio idrico integrato – si legge nel comunicato del Cartello sociale – Il tutto, nonostante in passato siano state rilasciate dichiarazioni di segno opposto, spinte anche dalle forti istanze popolari nate dopo il fallimento di Girgenti Acque”.
Emergenza idrica e cambiamenti climatici, insieme, sono una bomba a orologeria A rendere il quadro ancora più drammatico è la crisi idrica in atto, che – secondo le previsioni – è destinata a peggiorare nei prossimi mesi. La siccità, l’assenza di manutenzione nelle reti, e la mancanza di investimenti strutturali stanno trasformando la gestione dell’acqua in un’emergenza sociale.
Pertanto, secondo Don Mario Sorce, Alfonso Buscemi,Paolo Ottaviano e Gero Acquisto “La politica è chiamata oggi a un sussulto di responsabilità: non è accettabile che regolamenti di conti o giochi di potere tra diverse fazioni si riflettano negativamente sugli utenti, sui cittadini, sulle famiglie”.
E in questo scenario, l’unica risposta concreta dovrebbe essere l’unità istituzionale, non il rimpallo di responsabilità.
“È tempo che ognuno si assuma le proprie responsabilità. La gestione del bene acqua non può più essere oggetto di ambiguità o calcoli di parte”, conclude il comunicato del Cartello Sociale
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