Secondo i magistrati della Procura anche i dirigenti di Unicredit, molti dei quali sono indagati nell’inchiesta «bis», sono accusati di essere stati complici nella bancarotta.
“Ha costruito un impero ma non certo col lavoro onesto, lo ha fatto grazie a brogli e distrazioni. Unicredit, per anni, è stata sua complice”. I pubblici ministeri Alessandra Russo e Simona Faga usano la mano pesante per l’imprenditore Giuseppe Burgio: 12 anni e 6 mesi di reclusione è la pena proposta per il cinquantaquattrenne uomo d’affari di origini empedocline, accusato di avere fatto sparire beni per 50 milioni di euro dalle aziende del suo gruppo, che operavano nel settore della distribuzione alimentare.
“I giornali – hanno detto i pm Faga e Russo – lo hanno definito correttamente il “re dei supermercati” e in effetti tale era ma l’impero lo ha costruito razziando fornitori, soci, dipendenti e l’erario ai quali ha sottratto milioni di euro con vari stratagemmi finanziari. I soldi finivano da un’impresa all’altra del gruppo per poi sparire e frodare i creditori”.
I magistrati della Procura, come riportato dal Gds, hanno fatto riferimento anche ai dirigenti di Unicredit.
«Ha fatto sparire fondi da un’impresa all’altra ed è stato spalleggiato dalla prima banca d’Italia che ha avallato le sue operazioni finanziarie”.
Nel processo, scrive sempre il Gds, ci sono una settantina di ex impiegati che si sono costituiti in giudizio e adesso hanno chiesto i danni sostenendo di essere rimasti non solo senza un lavoro ma con un credito gigantesco col loro ex datore di lavoro.
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