Mentre il presidente Musumeci istituisce la zona rossa a Porto Empedocle, nono comune dell’Agrigentino a colorarsi di rosso, in considerazione dell’aumento dei contagi, il prefetto Maria Rita Cicciufa indice una conferenza stampa per via dell’incremento significativo dei nuovi casi che determina una situazione “allarmante”. Alla conferenza, presieduta dal prefetto Cocciufa e presenziata da Mario Zappia, commissario straordinario dell’Asp, e dal sindaco Miccichè, hanno partecipato le autorità militari della nostra provincia perché “nonostante l’impiego di forze dell’ordine, della polizia municipale, del corpo della guardia forestale e dei volontari per garantire i controlli – afferma il Prefetto – le persone continuano a muoversi, a frequentare luoghi pubblici e a riunirsi in case private per eventi e festeggiamenti. I controlli – sottolinea Maria Rita Cocciufa – sono al massimo. Nonostante tutto, però, i casi continuano ad aumentare e i posti in Terapia intensiva sono quasi al limite”. Il rischio, per l’incoscienza di taluni, è il collasso del sistema sanitario nell’impossibilità di garantire ai pazienti no Covid l’adeguata assistenza sanitaria. In una situazione d’emergenza come quella che stiamo attraversando, a complicare ancor di più la situazione è la variante brasiliana certificata “la settimana scorsa – spiega Mario Zappia – dall’Università di Palermo su un ottantenne di Canicattì con altre patologie. Questa variante – ribadisce – è 6 volte più contagiosa ed è riuscita a far collassare il Brasile riempendo le Terapie intensive. Se non adeguatamente contrastata, la variante brasiliana ha una diffusione incontrollabile. A seguito della rilevazione della variante sull’ottantenne è scattato il tracciamento sui contatti avuti dall’ottantenne e il personale in servizio all’ospedale di Canicattì è tuttora, quotidianamente, sottoposto a tampone. Ne facciamo uno al giorno e, fino ad ora, i tamponi hanno dato esito negativo. Il nostro sistema sanitario provinciale è fortemente sotto stress”.
Nei reparti di Terapia intensiva i posti ancora disponibili sono quasi al limite: 10 sono attualmente occupati al San Giovanni di Dio e 5 al Giovanni Paolo II. Non va meglio nei reparti di Medicina Covid: una quarantina i posti occupati al San Giovanni di Dio e 12 al Giovanni Paolo II.
“C’è ancora disponibilità di posti – rassicura Zappia, riferendosi ai posti no Covid eventualmente da utilizzare per i pazienti contagiati – ma continuando così finiremo per sacrificare l’assistenza ospedaliera alle persone no Covid”.
Nell’arco di un paio di settimane, la provincia di Agrigento ha scalato la classifica regionale dei casi di positività, piazzandosi al terzo posto dopo Palermo e Catania. Un dato che sconforta e preoccupa. “La gente – prosegue il prefetto Cocciufa – continua ad assembrarsi nonostante siano stati elevati centinaia di verbali e siano stati chiusi diversi locali”.
“Abbiamo chiuso San Leone e la gente si è riversata nel centro città – aggiunge il sindaco Miccichè che lancia un appello ai suoi concittadini – L’aumento dei contagi dipende dal mancato rispetto delle regole di prevenzione e, soprattutto, della vita propria e altrui. È necessario un grande senso di responsabilità perché così facendo, ritardiamo la decrescita dei contagi”. La situazione, dunque, è critica. Adesso la priorità è evitare il collasso del sistema sanitario già sottoposto a forte pressione. “L’unica soluzione – ribadisce Zappia – è la vaccinazione e al momento manteniamo una media di 1500 vaccinazioni al giorno basandoci sulla quantità di dosi disponibili. Dal 1° aprile dovrebbero arrivare nuove dosi e, ovviamente, il numero dei vaccinati sarà incrementato”.
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