Esprime parole di sgomento e paura Laura Cardella, scrittrice licatese conosciuta per il libro “Volevo i pantaloni”, best seller del 1989 tradotto in diversi paesi europei ed extraeuropei.
La scrittrice, oggi insegnante a Bergamo affida a Facebook il suo grido di dolore per le vittime di Bergamo, città più colpita in Italia dall’emergenza Coronavirus. E nel suo post ribadisce il messaggio: “RESTATE A CASA”.
“A Bergamo si resiste, non ci si lamenta, si piangono in silenzio i morti, si guardano i mezzi dell’esercito, arrivati di notte, come si vergognassero per il lavoro che erano costretti a fare, increduli tutti all’idea che i forni crematori non bastino più, i morti saranno portati altrove. Ormai – si legge nel suo post – non spero più che tutto questo sia un incubo da cui mi sveglierò, adesso le mie energie sono tutte rivolte ai miei ragazzi che non vivono per le mie video-lezioni, ma le frequentano ogni dannato giorno, credo per non pensare al nonno o allo zio che hanno appena perduto. Non trasgredite, per favore, i divieti, fatelo almeno per quanti non ci sono più. Anche se siete convinti che non serva a niente, rispettateli, state a casa. Vorrei tanto pregare altri di tapparsi la bocca prima di osar parlare, in questo momento, di calcio o di programmi che vengono soppressi: Bonolis, Vespa, sopravviviamo anche senza di voi, fatevene una ragione. Abbiate cura, invece, di voi e delle persone a voi care. Qui si sentono solo le sirene delle ambulanze e non ho un dio a cui rivolgere preghiere, perché un dio non c’è. Bergamo resiste, e io le rimango accanto”.
A margine di questo sfogo interviene il direttore responsabile di Agrigento Oggi Domenico Vecchio il quale denuncia il tentativo di alcuni di bloccare il diritto di cronaca, e la necessità della categoria giornalistica di continuare a informare. Informare per raccontare anche storie come quelle di Lara Cardella, che fotografa nel suo post una Bergamo assai ferita.
L’insegnate licatese omaggia poi – in un ultimo dei suoi post – l’operato della scuola dove presta servizio, la Vittorio Emanuele II. La scuola è scesa in campo per aiutare la protezione civile di Bergamo nella costruzione di un ospedale da campo grazie a una raccolta fondi lanciata dall’Associazione Alpini e Intesa San Paolo. “Lo ha fatto – racconta Cardella – donando i soldi di gite disdette, di altre attività sospese. Invitiamo tutti o chi vuole a donare, o anche solo a condividere e diffondere l’iniziativa”. dice Lara Cardella.