Governance instabile, rendicontazioni in ritardo e carenze di trasparenza. In riferimento alle notizie di stampa sui chiarimenti richiesti dalla Corte dei Conti su Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025, il presidente della Fondazione Agrigento2025 Maria Teresa Cucinotta dichiara che “alle osservazioni della Corte dei Conti risponderemo in maniera puntuale e dettagliata, entro il termine che ci è stato dato del 25 settembre”.
La relazione è una bozza approvata il 9 settembre 2025 e trasmessa agli enti coinvolti per il contraddittorio: memorie entro il 25 settembre ed eventuale audizione 7 ottobre. Non è dunque un giudizio definitivo ma una fotografia istruttoria che chiede risposte puntuali. corte dei conti sull’iniziativa “Agrigento Capitale della Cultura 2025” solleva serie preoccupazioni riguardo la gestione, l’organizzazione e l’attuazione del programma. L’analisi documentale e le audizioni hanno rivelato una molteplicità di criticità che mettono a rischio il conseguimento degli obiettivi originari. Tra i rilievi più significativi, si evidenziano l’istituzione tardiva della Fondazione “Agrigento 2025”, una governance instabile e disorganizzata, e gravi ritardi nella rendicontazione delle spese che hanno bloccato il flusso dei finanziamenti pubblici. È stata riscontrata una “confusione e commistione” tra i progetti previsti nel dossier di candidatura e le nuove iniziative finanziate con fondi regionali, unitamente a una totale assenza di coordinamento con i necessari interventi infrastrutturali. Questi elementi suggeriscono che l’iniziativa, anziché generare il previsto “impulso per lo sviluppo sociale, economico e civile” del territorio, rischia di esaurirsi in una serie di eventi frammentati, senza lasciare un’eredità duratura. La Fondazione è stata costituita il 17 febbraio 2024, oltre un anno dopo la proclamazione. È ente finanziato con risorse pubbliche, con Comune di Agrigento socio principale. Nel 2025 si sono susseguite dimissioni e sostituzioni di Presidente e Direttore generale. Per legge, la Fondazione non può fungere da stazione appaltante: per questo è stata stipulata una convenzione che affida al Parco della Valle dei Templi le funzioni di stazione appaltante.
Trasparenza e contabilità: le quattro carenze iniziali
All’insediamento della nuova governance (31 gennaio 2025) sono emerse quattro criticità operative:assenza di protocollazione; mancato rispetto degli obblighi di trasparenza ; assenza di uno staff contabile per registrazioni e controlli; non operatività dei software per protocollo e contabilità. corte dei conti
La sostenibilità finanziaria del progetto, così come presentata nel dossier di candidatura, si basava su un budget complessivo di 6.282.559 euro. Di questa cifra, la maggior parte (circa il 53%) sarebbe dovuta provenire dall’apporto del Comune di Agrigento tramite la tassa di soggiorno. A questo si aggiungevano 1 milione di euro dal Ministero della Cultura e 1 milione di euro dalla Regione Siciliana, oltre a fondi da progetti autofinanziati, sponsorizzazioni e ricavi da attività di merchandising.
Nonostante le ingenti risorse stanziate, il flusso finanziario verso la Fondazione e gli altri enti attuatori ha incontrato notevoli ostacoli. Il problema principale è il ritardo nella rendicontazione delle spese sostenute, un prerequisito essenziale per sbloccare le successive tranche di finanziamento. Al 16 luglio 2025, il Comune di Agrigento non aveva ancora trasmesso la rendicontazione delle attività del 2024 al Dipartimento dei Beni Culturali, impedendo la liquidazione del saldo di alcune iniziative. Analogamente, la rendicontazione del Parco Archeologico della Valle dei Templi, relativa alle attività del 2024, risultava ancora in fase di istruttoria e presentava discrepanze numeriche.La Corte segnala ritardi nelle rendicontazioni: il Comune ha comunicato l’avvio delle attività ma, alla data dell’audizione del 16 luglio 2025, non aveva ancora trasmesso la documentazione necessaria al saldo. Il Parco ha inviato la rendicontazione 2024 il 14 maggio 2025, non ancora istruita dagli uffici regionali alla stessa data. corte dei contiIl programma inviato dal Comune il 23 aprile 2024 è stato giudicato non conforme alla normativa e al disciplinare; il Dipartimento regionale dei Beni Culturali ha predisposto un programma correttivo (nota 12 giugno 2024) come base di lavoro. Successivamente il Comune ha rimesso un quadro 2024–2025 articolato su promozione, valorizzazione/ fruizione e didattica. corte dei conti
Oltre all’apporto del Comune (tassa di soggiorno), il progetto beneficia di 1 milione di euro del MiC con erogazioni per anticipazione 40%, acconto 40% e saldo 20% subordinati a controlli e documenti; la Regione ha stanziato contributi con cornice attuativa e rendicontativa dedicate (art. 24 L.R. 1/2024 e successive). La Corte richiama il rispetto rigoroso di queste regole per la liquidazione delle somme. corte dei conti.
La nuova governance, affiancata da professionalità esterne, ha migliorato efficienza amministrativa e trasparenza finanziario-contabile. Restano però “dubbi e incertezze” su razionalità organizzativa ed efficienza gestionale, con richiesta esplicita di correzioni rapide e di piena tracciabilità dei processi decisionali e di spesa. Il quadro definitivo dipenderà dalle controdeduzioni e dal contraddittorio nelle prossime settimane. corte dei conti
La parte conclusiva del referto della Corte dei Conti si presenta come un elenco di 11 rilievi, che fungono da chiaro monito per gli enti coinvolti. Questi punti sintetizzano le principali criticità rilevate e mettono in discussione la razionalità organizzativa e l’efficienza gestionale dell’intera iniziativa.
Vengono evidenziate incertezza e mancanza di Coordinamento, infatti secondo la Corte esistono dubbi significativi sull’adeguatezza, la coerenza e il coordinamento delle attività di attuazione rispetto ai 44 progetti originali del dossier di candidatura. Si nota una cera confusione riguardante e più precisamente una “confusione e commistione” tra i progetti del dossier e le iniziative finanziate con i contributi regionali. Ciò suggerisce una programmazione non omogenea che ha diluito l’intento originale del progetto. Vi sarebbero ritardi nella rendicontazione dei fondi statali e regionali, con un impatto diretto sulla disponibilità di nuove risorse e sulla verifica dello stato di avanzamento dei progetti. Emergerebbe un mancato coordinamento infrastrutturale, compromettendo così la promessa di un miglioramento duraturo del territorio. Inoltre secindo la Corte dei Conti manca una struttura amministrativa centralizzata, preposta alla regia e al coordinamento nell’attuazione dei singoli progetti, sia interni che esterni al dossier, a testimonianza di una gestione frammentata. Si rileva l’assenza di un sistema di controlli interni idoneo a prevenire e intercettare le disfunzioni tra le attività in corso e gli obiettivi strategici del programma mette a rischio l’intero esito dell’iniziativa. Non sarebbero stati utilizzati strumenti dedicati per misurare la congruità dei costi e l’effettiva riuscita degli eventi, come il numero di presenze, il grado di soddisfazione degli stakeholder e l’incremento del turismo. Le disfunzioni nella relazione tra il Comune di Agrigento e la Fondazione, esacerbate dai ritardi iniziali, rimangono secondo i magistrati, un ostacolo significativo all’efficienza amministrativa e contabile. La Corte sottolinea l’urgente necessità di adottare misure per accelerare l’attuazione dei progetti, in particolare quelli del dossier, e di pianificare la liquidazione della Fondazione, il cui ruolo cessa a fine 2025. Si sollecita la prevenzione di costi diseconomici (come l’evento di inaugurazione al Teatro Pirandello) e l’identificazione di iniziative di successo da stabilizzare per uno sviluppo a lungo termine. Infine nella relazione si sottolinea che è fondamentale valutare se le iniziative culturali, turistiche, artistiche e scientifiche abbiano effettivamente generato “contributi e vantaggi rilevanti e/o significativi” nel raggiungimento degli obiettivi fondamentali dell’iniziativa.
Questi rilievi non sono incidenti isolati, ma sintomi di una più profonda difficoltà nel tradurre una visione strategica in un’azione amministrativa coerente ed efficace. La Corte dei Conti lancia un appello agli enti coinvolti, invitandoli a recuperare un senso di responsabilità e a correggere la rotta prima che l’opportunità offerta dall’iniziativa si esaurisca senza lasciare un’eredità duratura per il territorio. In riferimento alle notizie di stampa sui chiarimenti richiesti dalla Corte dei Conti su Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025, il presidente della Fondazione Agrigento2025 Maria Teresa Cucinotta dichiara che “alle osservazioni della Corte dei Conti risponderemo in maniera puntuale e dettagliata, entro il termine che ci è stato dato del 25 settembre”. Leggi anche: Agrigento 2025, Iacono (PD): “Fallimento certificato, serve un intervento immediato”
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