La pubblica amministrazione assicurerà il ‘lavoro agile’ ai dipendenti statale. E’ quanto prevede il Dpcm firmato questa sera dal premier Conte, che al punto 6 dell’art. 1. Nel testo si legge che “fermo restando quanto disposto dall’articolo 1, comma 1, lettera e), del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020 e fatte salve le attività strettamente funzionali alla gestione dell’emergenza, le pubbliche amministrazioni, assicurano lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in forma agile del proprio personale dipendente, anche in deroga agli accordi individuali e agli obblighi informativi di cui agli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81 e individuano le attività indifferibili da rendere in presenza”.
CORONAVIRUS: DPCM, SU MODALITA’ LAVORO INTESE TRA DATORI E SINDACATI, MASSIMO USO LAVORO AGILE
Favorire intese e accordi tra impresa e sindacati, relativamente alle modalità di lavoro, sono previste nel DPCM, che Conte ha firmato stasera. Nel testo, si sottolinea, al punto 9 dell’art. 1 come “in relazione a quanto disposto nell’ambito dei numeri 7 e 8”, relativi alle modalità di erogazione del lavoro (lavoro agile, ferie, congedi retribuiti) “si favoriscono, limitatamente alle attività produttive, intese tra organizzazioni datoriali e sindacali”, così come anche relativamente alla richiesta “di limitare al massimo gli spostamenti all’interno dei siti e contingentato l’accesso agli spazi comuni” (punto 8). Infine al punto dieci, si ribadisce che “per tutte le attività non sospese si invita al massimo utilizzo delle modalità di lavoro agile”. (AdnKronos)