A Campobello di Licata, a conclusione del procedimento disciplinare, con due distinti atti deliberativi della giunta, sono stati licenziati due dipendenti comunali. Si tratta di Francesco Gioacchino La Mendola, 48 anni ed il funzionario del settore “Ambiente”, Giuseppe Nigro, 49 anni, attualmente agli arresti domiciliari per aver chiesto – secondo l’accusa – una tangente da 3.000 euro ai titolari della società Omnia srl di Licata, Valerio Peritore ed Angelo Incorvaia, per sbloccare il pagamento di una fattura da 8 mila euro per alcuni lavori di bonifica ambientale eseguiti per conto del Comune di Campobello. Ieri, all’albo pretorio telematico dell’ente sono state pubblicate le delibere relative alla presa d’atto dei licenziamenti di La Mendola e Nigro. Con la delibera numero 3 del 15 gennaio 2018 la giunta comunale ha preso atto della sanzione disciplinare del licenziamento “senza preavviso” ex art. 3, comma 8, lett. g) del contratto collettivo nazionale di lavoro del 11/04/2008, nei confronti di Francesco La Mendola. Mentre con la numero 4 dello stesso giorno, è stata ratificata la sanzione disciplinare per giusta causa e giustificati motivi, ai sensi del combinato disposto degli artt. 54 e 55 quater, D.lgs n. 165/2001, con preavviso di 4 mesi, ex art.12 del contratto nazionale del 9/5/2006 “con preavviso” di 4 mesi nei confronti di Giuseppe Nigro. I due dipendenti hanno la possibilità di impugnare il licenziamento. Trascorso il termine previsto dalla legge, invece, la decisione sarà definitiva. L’ex funzionario del settore “Ambiente”, Nigro – secondo quanto riferito dall’avvocato Salvatore Manganello che lo difende nel procedimento penale a suo carico – ha deciso di affidarsi ad un legale esperto in materia che nominerà a giorni per impugnare il licenziamento. Sul fronte giudiziario, Francesco La Mendola ha chiesto di patteggiare la pena ed ha definito la propria posizione evitando un vero e proprio processo: due anni e otto mesi di reclusione, un anno di interdizione dai pubblici uffici e il risarcimento delle vittime che lo avevano denunciato e fatto arrestare. È stata questa la strategia difensiva del suo legale Angelo Balsamo dopo che la Procura aveva chiesto e ottenuto il giudizio immediato saltando, quindi, l’udienza preliminare. La Mendola, dipendente dell’ufficio Ambiente del Comune di Campobello, era stato arrestato in flagranza di reato dopo avere intascato una mazzetta da 3 mila euro ed è stato intercettato e tutte le conversazioni con i suoi interlocutori sono state registrate, compreso il momento in cui viene chiesta la tangente. Dopo il pagamento, avvenuto
davanti alle telecamere nascoste negli uffici della Omnia, a Licata, è scattato l’arresto in flagranza di reato per concussione. La vicenda, nel giro di poche ore, ha avuto un seguito perché La Mendola ha accusato il dirigente del suo ufficio – Giuseppe Nigro, 48 anni – sottoposto a fermo e tuttora ai domiciliari come La Mendola. Anche quest’ultimo, che ha sempre negato la tesi del collega respingendo le accuse, è finito a processo con rito immediato ma la strategia del difensore, l’avvocato Salvatore Manganello, è stata quella di chiedere il giudizio abbreviato. La Mendola, invece, ha implicitamente ammesso i fatti risarcendo le vittime e ottenendo dal Pubblico ministero, Paola Vetro il consenso al patteggiamento che andrà adesso ratificato dal Giudice per le udienze preliminari. Sia La Mendola che Nigro dovranno anche occuparsi, attraverso i propri legali della decisione del Comune di Campobello che ha disposto il licenziamento immediato come previsto dalla legge, per giusta causa.