Avrebbero truccato concorsi per professori ordinari e ricercatori universitari al Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo: i carabinieri del Nas hanno eseguito un’ordinanza agli arresti domiciliari nei confronti di Gaspare Gulotta, 71 anni, originario di Santa Margherita Belice, ex professore e direttore del dipartimento di chirurgia del Policlinico, ora in pensione, e della figlia, Eliana Gulotta, chirurgo in servizio al Civico. Ma sotto inchiesta ci sono in tutto 23 persone. Notificati anche provvedimenti d’interdizione ai pubblici uffici, per la durata di 12 mesi, con l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria, a 11 indagati, tra cui ad una donna di Sciacca di 56 anni. Altre dieci le persone indagate in stato di libertà. Devono rispondere a vario titolo per corruzione, peculato, turbata libertà di scelta del contraente, truffa, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, falso ideologico in documenti informatici, calunnia e abuso d’ufficio.
l’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, è nata nel 2019 dopo la denuncia di un medico, secondo cui il direttore del dipartimento di Chirurgia del Policlinico, Gaspare Gulotta, avrebbe “influenzato un concorso” per condizionare il risultato di una “procedura selettiva per la copertura di posti di professore universitario e/o ricercatori, a prescindere dagli effettivi meriti e nell’ambito di un ‘patto di alternanza’ con un altro indagati, i candidati legati a uno o all’altro complice, grazie anche alla collusione di altri membri delle commissioni, spesso designati fra soggetti a loro vicini”. Per fare ciò, secondo l’accusa, avrebbero “influito sulle modalità di fissazione dei criteri di valutazione, carpendo gli appunti sui punteggi provvisori attribuiti e raccogliendo informazioni segrete” per “inserire nei verbali criteri di selezione più favorevoli ai candidati di loro gradimento, fino a ricorrere all’invio di lettere, di cui veniva raccomandata l’immediata distruzione dopo la lettura, nelle quali venivano segnalati i candidati graditi”, come si legge in una nota dei militari.