Conclusa a Favara la festa di S. Giuseppe
Con una solenne concelebrazione in piazza Cavour, la principale piazza della città e sicuramente una delle più belle della provincia, si è conclusa ieri sera la festa del patriarca S. Giuseppe, che tanta devozione riscuote tra i favaresi.
Una concelebrazione presieduta dall’arciprete don Giuseppe D‘Oriente, ed animata dalla corale polifonica “Gruppo armonico Incontri” diretto dal maestro Puma.
Particolarmente incisiva e concreta l’omelia di don Giuseppe, che ha centrato la sua riflessione sul concetto di giustizia evangelica, cosi come annunciato da Gesù, superando cioè ogni prescrizione legale per fondarsi unicamente nell’amore e nell’abbandono fiducioso al piano di Dio.
S. Giuseppe uomo “giusto”, come viene definito nel Vangelo, affronta le situazioni difficili della su vita, tra cui soprattutto il tormento vissuto nella “notte del dubbio”, superando la legge con la decisione di non danneggiare nessuno, e trovando contemporaneamente nella linea dell’ amore la forza di sapere ascoltare e capire il piano di Dio.
Una festa quella di S. Giuseppe che anche quest’anno, impostata come già avvenuto negli ultimi tre anni, da 10 giorni a questa parte ha impegnato i favaresi a rinnovare la loro devozione al grande patriarca , rispondendo ad un richiamo di relazionalità interiore che porta a rinsaldare rapporti sociali autentici.
Quei rapporti che rafforzano lo spirito di identità comunitaria, nella pratica delle migliori tradizioni di devozione popolare, facendo crescere nel tessuto sociale la solidarietà ed il rispetto reciproco.
Non sono mancati in questi giorni della novena anche momenti di impegno civile, come per esempio la sera del 24 agosto u.s. quando dopo la Messa della Novena, celebrata nella Chiesa del Rosario di Piazza Cavour, ci si è spostati nella vicina Sala Consiliare, dove si riunisce la massima assise cittadina, ed alla presenza del Sindaco Anna Alba, assessori, consiglieri comunali, del Comandante della Tenenza Carabinieri, è stata benedetta la splendida tela che richiama i valori della Repubblica; una tela realizzata dal maestro Vincenzo Patti e dai suoi bravissimi collaboratori dell’Accademia Comunale Arte, Cultura e Legalità.
Una festa anche quest’anno allora, come quella degli ultimi anni precedenti che ancora si può definire “rivoluzionaria”, nel senso migliore della parola, perché niente sfarzo di luci e luminarie, ne tanto meno soldi per orchestre, cantanti, fuochi d’artificio, botti e quant’altro di cose futili, ma solo tanti momenti di cordiale, spontanea aggregazione, sincera fraternità, catechesi e preghiera.
Cioè si è ancora voluto fortemente privilegiare l’aspetto religioso e di riflessione…..rilanciando valori di sobrietà e solidarietà.
E non poteva essere diversamente in un contesto socio-economico veramente difficile, con un Comune in dissesto e con un crescente numero di famiglie nel disagio più preoccupante.
D’altra parte era più che prevedibile che la Chiesa favarese, attraverso i suoi organismi di corresponsabilità ecclesiale, in cui sono largamente presenti i laici, orientasse con fermezza, anche se gradualmente, il programma dei festeggiamenti del suo Patriarca verso un binario di responsabile sobrietà, in decisa rottura con il passato, quando tanto spreco di denaro turbava seriamente la coscienza delle persone più responsabili .
Diego Acquisto