Comitini, oltre ad essere la terra dello zolfo e del tricolore è anche la terra dei Nobel. Oltre a Luigi Pirandello, la sua famiglia aveva una delle più importanti miniere di inizio 900 al confine tra Comitini e Aragona, un altro Nobel ha vissuto l’infanzia nella città più piccola d’Italia, Salvatore Quasimodo. E quello che divenne il futuro Nobel, deve la vita proprio ad un medico comitinese.
Il nome del dottore Luigi Bongiorno, ai più non dirà nulla, eppure, questo medico ed ufficiale sanitario di Comitini, che abitava in via Indipendenza al civico 16 strappò alla morte Quasimodo all’età di tre anni. Il piccolo Salvatore aveva ingerito per gioco un tubetto di pillole di arsenico. Il piccoletto, prontamente soccorso e curato per ben 3 giorni presso l’ambulatorio, in via Roma, (odierno convento delle suore) guarì e poi divenne orgoglio nazionale per avere avuto assegnato il premio Nobel per la letteratura.
In questi giorni, il comitato tecnico -storico, nominato dal Sindaco Luigi Nigrelli, è riuscito a recuperare atti e documenti storici per fare luce su alcuni aspetti del periodo che Quasimodo visse a Comitini ed a localizzare la casa natia e l’ ambulatorio del Bongiorno anche per dare i giusti meriti ed onorare naturalmente quel medico nativo del paese.
E domani, sabato 14 dicembre, alle ore 17,30, a Palazzo Bellacera, si terrà un importante incontro dibattito proprio su Salvatore Quasimodo con relatori il giornalista Alfonso Bugea, l’ex sindaco di Comitini, Nino Contino, il dirigente del Comune, Salvatore Parello, il professore Benedetto Raneri e l’attuale primo cittadino, Luigi Nigrelli, tutti facente parte del comitato tecnico scientifico comunale.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp