Classe Z è una commedia che fa riflettere sul sistema dell’istruzione italiano e che focalizza l’attenzione su quello che è un problema cruciale per la scuola attuale: la didattica. Tra gli attori incontriamo Greta Genchi, Andrea Pisani, Alessandro Preziosi e alla regia Guido Chiesa.
La storia rappresentata è quella della classe V sezione H del liceo scientifico statale Cartesio, una classe un po’ molesta, alle prese con gli esami di stato, che rappresenta la pecora nera dell’istituto perché mentre tutte le altre classi riescono a migliorare progressivamente, questa compie passi indietro. La classe è di livello medio- alto per l’estrazione sociale dei ragazzi, ma non per capacità, o almeno ciò è quello che credono molti docenti del medesimo istituto che ritengono che esistano alunni di serie A e altri di serie B che andrebbero separati dai primi, appunto perché secondo il punto di vista di alcuni docenti “la scuola non deve essere aperta a tutti, ma deve essere un’opportunità per pochi”. Quella che deriva da questa riflessione è una visione molto austera e arcaica della scuola, che purtroppo in alcuni casi riflette una realtà attuale all’interno del sistema di istruzione italiano.
La maggior parte degli alunni della V H ancor prima di fare i conti con il rendimento scolastico, deve fronteggiare problemi di tutt’altra natura come ad esempio l’autostima, il rapporto con l’alimentazione e con la propria immagine. Insomma, tutti i problemi che accomunano gli adolescenti di oggi che vivono un profondo disagio interiore che si ripercuote sul rendimento scolastico, e che meriterebbero di essere affrontati da docenti preparati, capaci di comprendere a 360° i bisogni educativi di ciascun alunno per facilitarne l’apprendimento e guidarlo ad affacciarsi al mondo e al proprio futuro con senso di responsabilità. Questo è il tentativo compiuto dal professore Marco Andreoli, l’agire del quale ricorda il caro professor Keating dell’Attimo fuggente, sua musa ispiratrice. Tuttavia per Andreoli la realtà che ogni mattina si staglia ai suoi occhi è ben diversa da quella che affronta il professore americano interpretato nel 1989 da Robin Williams. Andreoli deve affrontare una classe di ragazzi demotivati, che non sanno affatto cosa aspettarsi dal futuro, che si chiudono in un mondo fatto di smartphone, app, social network, hashtag e auricolari, chiuso al dialogo e al valore della collaborazione reciproca. L’intero film è filtrato attraverso un punto di vista umoristico, che d’acchito fa sorgere il sorriso sulle labbra dello spettatore, ma in un secondo momento suscita un velo di amarezza per la realisticità.
Il professore Andreoli sembra poco autorevole se paragonato alla figura del docente di un tempo, quello con la bacchetta tra le mani con la smania di scrivere insufficienze sul registro e ossessionato dall’ubbidienza. Però l’apparenza inganna e anche se all’inizio gli alunni creano un muro tra loro e il docente, a volte mostrandosi anche un po’ irriverenti, alla fine lo apprezzano ed è proprio per il suo mostrarsi sempre sorridente e gentile che lo rispettano, decidendo di instaurare un rapporto di reciproca collaborazione basato sul dialogo, per non assecondare il fine di coloro che li reputano dei piantagrane.
Classe Z vi attende al Cinema Astor di Agrigento orario degli spettacoli 18:30 – 20:30 – 22:30. Costo del biglietto intero dal lunedì alla domenica 7€, ridotto per tutti solo il mercoledì 5 €.