Lo chef Pino Cuttaia, anima e mente del ristorante La Madia di Licata, conquista i Cinque Cappelli della prestigiosa guida “I Ristoranti e i Vini d’Italia 2026” de L’Espresso, collocandosi tra i 21 ristoranti che hanno ricevuto il massimo punteggio assegnato dalla critica enogastronomica nazionale.
Un risultato che conferma La Madia tra i templi della cucina italiana e che riempie d’orgoglio l’intera provincia di Agrigento, portando ancora una volta la Sicilia al centro della scena gastronomica nazionale.
Un riconoscimento d’eccellenza
Nella guida de L’Espresso, i cappelli rappresentano il grado di eccellenza raggiunto da ciascun ristorante: da uno a cinque, con quest’ultimo riservato solo alle cucine considerate straordinarie per coerenza, ricerca e identità.
Essere tra i pochi a meritare i Cinque Cappelli significa appartenere all’élite assoluta della ristorazione italiana.
Con due stelle Michelin già conquistate e una carriera costellata di riconoscimenti, Cuttaia continua a distinguersi per una cucina che è al tempo stesso racconto, emozione e memoria.
Nelle sue creazioni — dal celebre Uovo di seppia alle reinterpretazioni dei piatti familiari — convivono rigore tecnico, poesia e un legame profondo con la propria terra.
“Il mio ingrediente segreto è la memoria”, ama ripetere lo chef.
È in quella memoria collettiva, fatta di profumi e gesti quotidiani, che nasce la sua idea di cucina: un viaggio che parte da Licata e parla al mondo.
Eccellenza che nasce in una terra difficile
Rendere Licata e la provincia di Agrigento un punto di riferimento per l’alta cucina italiana non è stato semplice. La Madia rappresenta un esempio virtuoso di come il talento, la perseveranza e la visione possano trasformare le difficoltà in forza creativa. Un’eccellenza nata in una terra complessa e che proprio per questo sa dare valore a ogni conquista e custodire il senso più autentico del lavoro e del sacrificio.

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