CAMPOBELLO DI LICATA. Riprende oggi al Tribunale di Agrigento il processo col rito abbreviato nei confronti di Giuseppe Nigro, 48 anni ex funzionario del settore Ambiente del Comune di Campobello di Licata, accusato di concussione in concorso. Il Giudice per le udienze preliminari, Francesco Provenzano, dovrà sciogliere le riserve sulle richieste di costituzione di parte civile avanzate nella scorsa udienza dai due imprenditori licatesi che sarebbero stati costretti a pagare la tangente, dall’associazione antiracket Fai di Gela e dal Comune di Campobello. Nigro è accusato di concussione per avere preteso una tangente da due imprenditori che stavano eseguendo alcuni lavori con l’ente.
Nelle scorse settimane Francesco La Mendola, 48 anni, ha patteggiato due anni e otto mesi di reclusione e un anno di interdizione dai pubblici uffici. La Mendola, dipendente dell’ufficio Ambiente, era stato arrestato in flagranza di reato dopo avere intascato una mazzetta di 3 mila euro da uno dei responsabili dell’impresa “Omnia”. Ed aveva tirato in ballo anche il suo capo ufficio, appunto Nigro, dicendo che la tangente avrebbe dovuto spartirsela con lui.
Nigro, invece, difeso dall’avvocato Salvatore Manganello, ha scelto la strategia processuale del giudizio abbreviato e ieri, dopo un primo passaggio a vuoto per alcuni problemi nelle notifiche, è iniziato il processo davanti al gup Francesco Provenzano.
I due imprenditori, titolari della Omnia, che stavano smaltendo dei rifiuti speciali per conto del Comune e sarebbero stati costretti a pagare una mazzetta di 3 mila euro per continuare a lavorare con l’ente, erano pronti a costituirsi parte civile con l’assistenza dell’avvocato Giuseppe Barba che assisterà anche l’impresa. L’associazione antiracket Fai di Gela ha chiesto, invece, di costituirsi con l’assistenza dell’avvocato Gaetano Caponnetti.