Il Comitato intercomunale rilancia il progetto: incontro a Palermo con l’assessore regionale Messina
CAMMARATA – Dopo anni di silenzio, torna al centro del dibattito il tema della fusione tra i Comuni di Cammarata e San Giovanni Gemini. Il Comitato intercomunale, che dal 2011 porta avanti il progetto di unificazione, ha ripreso ufficialmente il cammino incontrando a Palermo l’assessore regionale alle Autonomie locali Andrea Messina.
A rappresentare il territorio agrigentino c’era Antonino Margagliotta, presidente del Comitato, che insieme ad altre organizzazioni siciliane impegnate su fronti analoghi – come quelle per l’unificazione di Trapani ed Erice o Lentini e Carlentini – ha partecipato al confronto con l’assessorato.
Al centro della discussione, la riforma della normativa che regola le fusioni in Sicilia, con l’obiettivo di semplificare le procedure e rendere più democratico il referendum consultivo. L’attuale legge prevede infatti che la consultazione sia valida solo con un’affluenza superiore al 50% degli aventi diritto, una soglia ritenuta troppo alta e spesso difficile da raggiungere.
I promotori chiedono che venga ridotto il quorum per consentire un più ampio coinvolgimento dei cittadini e favorire l’espressione della volontà popolare. L’assessore Messina si è detto disponibile ad avviare un percorso di aggiornamento normativo che tenga conto delle esperienze già maturate in altri territori.
Il Comitato per la fusione tra Cammarata e San Giovanni Gemini ritiene che l’unificazione possa rappresentare una nuova opportunità di sviluppo e razionalizzazione dei servizi, oltre che un modo per dare maggiore forza istituzionale ai due centri dell’area montana.
“Il nostro obiettivo – ha dichiarato Margagliotta a La Sicilia – è riportare l’attenzione su un progetto che può migliorare la qualità dei servizi, ridurre i costi amministrativi e rafforzare la rappresentanza politica del territorio. Oggi più che mai serve una visione comune per garantire crescita e coesione.”
Il dibattito resta aperto. Da un lato, c’è chi vede nella fusione una chance per modernizzare la macchina amministrativa; dall’altro, chi teme di perdere le identità locali e le specificità storiche di ciascun Comune. Ma il confronto è ormai riaperto, e il tema torna a far discutere l’intera comunità dei monti Sicani.
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