
Poco olio prodotto quest’anno in Sicilia. Le olive, che si raccoglieranno o che si sono già raccolte, non lasciano presagire nulla di buono.
Il Consorzio Nazionale degli Olivicoltori e Unasco, l’Unione Nazionale di Associazioni Coltivatori Olivicoli che hanno elaborato i dati raccolti nelle diverse realtà olivicole, parlano di un meno sessantacinque per cento nell’Isola, con una raccolta di 18.343 tonnellate a fronte delle oltre 52 mila dell’ anno scorso.
In Sicilia ci aspettavamo un significativo calo – spiega Alessandro Chiarelli, presidente di Coldiretti Sicilia – buona parte delle nostre coltivazioni sono di tipo tradizionale e non intensivo e la produzione alterna un anno di ottimi raccolti e uno di magra. In più le condizioni meteo della scorsa primavera hanno inciso sulla fioritura. In più lo scorso anno abbiamo avuto una produzione eccezionale così il calo di questa annata risulta ancora più evidente”. Per Chiarelli si tratta di dati da non prendere con eccessivo allarme ma i problemi ci sono: “E’ chiaro – continua – che il forte calo indica che i sistemi di produzione in Sicilia vanno modernizzati e in questo il nuovo Piano di Sviluppo Rurale con fondi europei potrà favorire la realizzazione di impianti di nuova generazione, metodi di irrigazione moderni, sviluppo della raccolta meccanizzata. Così si eviterà la forte oscillazione dei redditi dei produttori da un anno all’altro”.
Purtroppo, però, con la carenza di prodotto aumenta il rischio di contraffazioni. “Il prezzo negli scaffali dei supermercati dovrebbe aumentare di diversi euro – conferma Chiarelli – se ciò non avverrà significa che di italiano ci sarà solo il tappo e la bottiglia. In un momento di calo di produzione ancora di più si deve agire sulla salvaguardia del prodotto italiano e sulla lotta alle truffe che rimane il punto centrale per far crescere il settore. Non dimentichiamo che la carenza di olio di oliva nel mondo si avverte di più anche perchè è cresciuto il suo consumo in tutti i Paesi grazie proprio al made in Italy ma anche a nutrizionisti e alimentaristi che hanno scoperto la bontà del prodottto per la salute”.
Ad Agrigento si prevede un calo del 60 per cento rispetto all’anno scorso e addirittura a Palermo si toccano punte dell’80 per cento in meno. “La superficie olivicola siciliana – ricorda la Coldiretti – è di circa 159.000 ettari. La provincia leader è Messina con 35.000 ettari, seguono Trapani con 26.000 e Agrigento con oltre 24.500 ettari”.
La preoccupazione, dunque, è per gli agricoltori di intere aree dell’isola alle prese con un calo quasi storico nella produzione d’olio.