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Home » top3 » Cala Manbrù: quando un lido diventa destinazione

Cala Manbrù: quando un lido diventa destinazione

28 Settembre 2025
in top3, Spiagge
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Da Siculiana Marina a Cala Manbrù: la nascita di una destinazione
Negli ultimi anni un angolo di costa agrigentina ha saputo trasformarsi da semplice lido a vera e propria destinazione turistica di richiamo regionale. Se prima i visitatori si limitavano a dire «vado al mare a Siculiana Marina», oggi si sente spesso «andiamo a Cala Manbrù», segno di un’identità consolidata che richiama ospiti da tutta la Sicilia. Ne parliamo con Andrea Vita, ideatore e gestore, insieme ai suoi fratelli di tutto questo.

Come siete riusciti a trasformare Cala Manbrù in una destinazione?
«Siculiana Marina è sempre stata una destinazione molto apprezzata dai siciliani: un mare pulito, una spiaggia naturale e un’atmosfera unica. Quello che abbiamo fatto è stato dare a quel luogo un’esperienza precisa e riconoscibile. Non volevamo solo un lido dove passare la giornata, ma un posto dove sentirsi accolti, rilassati e coccolati.
Abbiamo lavorato sulla qualità del servizio, curando ogni dettaglio, dall’arredamento alla cucina, dall’atmosfera alla musica e ascoltando molto chi veniva a trovarci. Ogni anno abbiamo migliorato qualcosa, sempre con la stessa idea: far vivere il mare di Siculiana Marina in modo unico, senza snaturarne la bellezza. Col tempo il passaparola ha fatto il resto e oggi tanti siciliani, anche da lontano, dicono “andiamo a Cala Manbrù».

Avete superato la difficoltà di trovare personale qualificato. Come ci siete riusciti?
«All’inizio è stato complicato trovare persone già formate per offrire un servizio attento e di qualità. Abbiamo deciso di non fermarci e di investire sulla formazione interna. Chi ha iniziato con noi ha trovato un ambiente in cui imparare, crescere e sentirsi parte di un progetto. Molti dei ragazzi che erano con noi nelle prime stagioni oggi sono punti di riferimento e aiutano i nuovi a integrarsi e a capire come lavoriamo. Così, passo dopo passo, abbiamo costruito una squadra stabile e motivata, che è il cuore di tutto quello che facciamo».

Perché Cala Manbrù piace così tanto? Qual è la sua magia?
«Credo che la magia sia nell’equilibrio tra natura meravigliosa e attenzione ai dettagli. Qui il mare e la spiaggia parlano da soli; noi abbiamo cercato di valorizzarli senza stravolgerli, offrendo comfort e servizi che migliorano l’esperienza ma lasciano intatta l’anima del luogo. C’è un’atmosfera rilassata ma elegante, mai invadente, che fa sentire bene chi arriva. È un posto dove puoi staccare, vivere il mare con calma e qualità, e allo stesso tempo sentirti a casa».

La cura dei dettagli e l’identità siciliana
«I dettagli per noi non sono un capriccio, sono il modo di raccontare chi siamo. Abbiamo scelto materiali, colori e sapori che parlano di Sicilia contemporanea senza cliché, ma con autenticità. Anche nella cucina e nei drink cerchiamo di unire tradizione e modernità. L’obiettivo è semplice: offrire un’esperienza che sia elegante ma calda, sofisticata ma mai distante. Vogliamo che chi viene qui senta di vivere la Sicilia, ma in una versione fresca e attuale».

Bilancio della stagione e progetti futuri
«La stagione appena conclusa è stata molto positiva. Abbiamo riscontrato un aumento del 30% sul comparto spiaggia e abbiamo visto tanti ospiti tornare e tanti nuovi clienti arrivare per la prima volta, segno che il progetto continua a crescere. Ogni anno impariamo qualcosa e cerchiamo di alzare l’asticella della qualità.
Per il futuro vogliamo continuare a migliorare i servizi e l’esperienza complessiva, ma anche far vivere Cala Manbrù non solo come un lido, ma come un luogo di incontro: eventi, esperienze gastronomiche, cultura. L’idea è di farlo diventare sempre di più una destinazione a tutto tondo».

Agrigento Capitale della Cultura: cosa è mancato e cosa si può recuperare?
«L’essere Capitale della Cultura è stata un’occasione enorme, ma credo che sia mancata una strategia comune e di lungo respiro. Ci sono state tante iniziative interessanti, ma poco coordinate tra loro e non sempre capaci di coinvolgere davvero operatori, istituzioni e comunità locale.
Detto questo, non tutto è perduto: Agrigento ha un patrimonio unico, dal paesaggio alla Valle dei Templi, e un’energia imprenditoriale che cresce. Serve fare rete, investire in infrastrutture, accoglienza e comunicazione. Se il territorio comincia a muoversi in modo coeso, con una visione chiara, il futuro può essere luminoso: chi viene oggi in Sicilia cerca autenticità e qualità, e noi abbiamo entrambe le cose da offrire».

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