Un contenitore con un liquido non identificato, insieme a un mazzo di fiori e a tre bossoli di arma da fuoco, sono stati rinvenuti nel muro dell’abitazione del sindaco di Ravanusa, Salvatore Pitrola. Il primo cittadino ha immediatamente segnalato quanto accaduto ai carabinieri della locale Stazione e al prefetto di Agrigento, Salvatore Caccamo. E i militari dell’Arma hanno avviato le indagini per fare piena luce sulla grave intimidazione e sull’origine di quanto rinvenuto. La Procura di Agrigento, ha aperto un’inchiesta. E’ accaduto la scorsa settimana. “Un gesto grave e inquietante, che ha scosso profondamente me e, soprattutto, la mia famiglia”, ha detto il sindaco Pitrola. Il sindaco ha spiegato anche il motivo del suo silenzio nei giorni successivi all’episodio: “Il mio silenzio di questi giorni non è debolezza. È rispetto. Rispetto per la serenità delle persone che amo e a cui devo tutto: i miei genitori che mi hanno insegnato la dignità e l’onestà, mia moglie compagna di vita e di scelte, i miei figli che sono il senso di ogni sacrificio e la misura di ogni decisione. A loro devo la mia vita. Ed è proprio per proteggerne la serenità, che ogni mia scelta è sempre guidata dal rispetto e dalla responsabilità. Davanti a gesti così vili una domanda sporge spontanea. A chi da fastidio il mio operato? Un impegno quotidiano fondato su trasparenza, legalità e rinnovamento, portato avanti esclusivamente nell’interesse della comunità”.
“Il mio impegno politico nasce solo da questo. Non da ambizioni personali. Non da carriere da costruire – ha aggiunto il primo cittadino -. Di politica non vivo e non vivrò. Concluso questo percorso, tornerò al mio lavoro, ai miei hobby e soprattutto alla mia famiglia, che in parte ho trascurato per servire la mia comunità. E se un giorno capirò che la mia comunità preferisce il grigiore al cambiamento, me ne andrò in punta di piedi, ma con la coscienza pulita e la schiena dritta. La paura è umana, ma non può e non deve condizionare il nostro operato, né piegare la volontà di chi crede in un futuro diverso. Ravanusa non ha bisogno di eroi, ha bisogno di unità. Di un cammino condiviso con le scuole, le associazioni culturali, la comunità ecclesiastica e le forze politiche sane. Di un cambiamento culturale profondo che non può e non deve fermarsi”. Un territorio che vogliamo vedere rinascere. Un luogo in cui i nostri figli possano crescere in modo sano e sicuro. La mia forza siete voi. Se voi ci sarete, io continuerò a lottare”. La Procura di Agrigento, notiziata del grave fatto, ha aperto un’inchiesta a carico di ignoti.

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