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Home » note ufficiali » Bollette più care e rubinetti a secco, la denuncia del PD: “Gestione fallimentare, serve un commissario”

Bollette più care e rubinetti a secco, la denuncia del PD: “Gestione fallimentare, serve un commissario”

Elio Di Bella Di Elio Di Bella
2 Maggio 2025
in note ufficiali
crisi idrica

crisi idrica

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Il circolo cittadino del Partito Democratico di Agrigento, in un comunicato, esprime dissenso per un aumento del 5.40% della tariffa idrica, deciso dall’assemblea dei sindaci di AICA – l’Azienda Idrica Comuni Agrigentini.
Per il segretario cittadino del PD, Nino Cuffaro, si tratta di una misura che aggrava ulteriormente la pressione sulle famiglie già colpite da un servizio giudicato largamente inefficiente.
La misura sarebbe stata giustificata dalla necessità di coprire i costi operativi crescenti e di contenere una situazione debitoria che si aggrava di mese in mese. Ma per il Pd si tratterebbe di un tentativo di scaricare sui cittadini il peso di una gestione fallimentare.
Nel comunicato si ricorda che non è passato molto tempo da quando, nel corso di un consiglio comunale straordinario tenutosi il 27 giugno 2024, il presidente del CDA di AICA Settimio Cantone e l’allora assessore regionale Roberto Di Mauro avevano garantito un ritorno alla normalità entro 45 giorni. “La realtà è diversa e si è incaricato di sottolinearla anche il massimo dirigente regionale della protezione civile Salvatore Cocina che, catapultato ad Agrigento in pieno agosto del 2024 per discutere dell’emergenza idrica con sindaci e prefetto, toglie con palese fastidio il microfono al sindaco della città Franco Miccichè per spiegargli seccamente: non hai capito niente. Se noi siamo qui è perché AICA ha fallito.”: si sottolinea nel comunicato
La realtà quotidiana degli utenti agrigentini racconta di turni d’acqua che saltano, autobotti che non arrivano, guasti non riparati e pozzi scarsamente manutenuti. La gestione dell’emergenza appare disorganizzata, priva di un piano strutturale e affidata a decisioni tampone che non risolvono nulla. A ciò si aggiunge una lotta all’evasione debole e il mancato recupero di crediti da parte di molti comuni, che contribuiscono ad aggravare il quadro economico della società.
L’indebitamento accumulato da AICA ha superato la soglia degli 8 milioni di euro, secondo quanto riferito in più sedi. Una cifra preoccupante che rischia di aprire scenari di fallimento e commissariamento. Ma a essere messa in discussione nel comunicato del Pd è anche la stessa struttura gestionale dell’azienda: “Le responsabilità apicali sono sicuramente dei due campioni della politica agrigentina che, di fatto, esprimono la governance dell’azienda, ovvero gli onorevoli Roberto Di Mauro di Grande Sicilia (già il nome ha un vago sapore di presa in giro) e Riccardo Gallo di Forza Italia. Ma, onestamente, non possono essere sottaciute le responsabilità di quel pezzo di sinistra, dirigenti politici e sindaci, che ha appoggiato l’attuale vertice dell’Aica ed è stata in diverse occasioni disponibile ad accordi con il centrodestra”.
E si sottolinea che “AICA è diventata il simbolo di un fallimento gestionale e politico. L’unica strada praticabile è il commissariamento immediato e l’affidamento della guida dell’azienda a manager con reali competenze e visione di servizio pubblico”.
Una dichiarazione che denuncia apertamente non solo la crisi operativa, ma anche la contiguità tra potere politico e incapacità gestionale che ha prodotto, negli anni, l’attuale stato di emergenza.

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Tags: crisi idrica
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