“Lì dove gli ospiti necessitano di essere curati, e riabilitati invece questo centro era teatro di altre dinamiche, ben più complesse”. Lo dice il maggiore Marco La Rovere, comandante della Compagnia di Agrigento, nel corso della conferenza stampa, dove sono stati resi noti i particolari dell’inchiesta denominata “Dark community”, su un giro di spaccio di cocaina, hashish, marijuana e metadone, all’interno di una comunità per disabili psichici e tossicodipendenti di Favara.
Complessivamente 13 i soggetti indagati. Per due indagati, Carmelo Cusumano, 49 anni, di Agrigento, e Chyarl Bennardo, 40 anni di Agrigento, residente a Favara, è stata disposta la custodia cautelare in carcere; per altri due, Emanuele Luigi Capraro, 24 anni, di Agrigento, e un quarantasettenne di Palermo Gaetano Lombardo, è stato disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza; ed ancora per Fiorella Bennardo, 43 anni, di Favara, e Paolo Graccione, 45 anni, nato in Germania, è stato emesso il divieto di dimora in provincia di Agrigento, ed infine per Giuseppe Papia, 64 anni, di Favara, è stata applicata la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per la firma.
“Venivano cedute dosi di droga e a volte come corrispettivo c’erano anche prestazioni a sfondo sessuale, e il centro è stato anche teatro di minacce, e abusi con la compiacenza e correità del personale operante nella struttura, e che è stato tutto ampiamente sviluppato e accertato dalla Tenenza di Favara”, ha aggiunto il maggiore La Rovere.
Presente alla conferenza stampa il tenente Fabio Armetta. “E’ emerso il grave coinvolgimento degli operatori che facevano da intermediari per le cessioni, e lo spaccio di stupefacenti – ha sottolineato l’ufficiale dell’Arma -. Coinvolti anche ospiti della comunità che con i loro contatti esterni con noti spacciatori della città, riuscivano ad acquistare la droga, per poi cederla e smerciarla nella struttura ad altri ospiti. Le indagini hanno chiarito che gli ospiti si affacciavano dal balcone del centro, calavano il paniere, e si rifornivano di stupefacenti, ed in questo caso le telecamere, che abbiamo posizionato, hanno consentito di rilevare lo scambio di denaro a fronte di stupefacenti”.
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