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Home » Politica » Bilanci approvati, Consiglio spaccato: ad Agrigento voto contrario, accuse e rischio ricorsi

Bilanci approvati, Consiglio spaccato: ad Agrigento voto contrario, accuse e rischio ricorsi

30 Dicembre 2025
in Politica
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Bilanci approvati tra tensioni, distinguo e accuse: il Consiglio comunale di Agrigento chiude l’anno nel segno dello scontro

La seduta del 29 dicembre segna uno dei passaggi più controversi di questo scorcio finale di consiliatura a Agrigento. In Aula arrivano, tutti insieme, il Bilancio di previsione 2025–2027, il Rendiconto 2024 e il Bilancio consolidato 2024. Atti fondamentali, ma approvati in un clima di forte tensione politica e istituzionale, tra voti contrari, uscite strategiche e accuse di violazioni regolamentari.

A spiegare le ragioni del voto contrario, pur restando in Aula, è un consigliere comunale che rivendica una scelta tutt’altro che neutra. Sarebbe stato più semplice – viene chiarito – abbandonare i lavori prima della votazione. Restare, invece, è stata una decisione “più difficile ma necessaria”, dettata dal senso di responsabilità e dal rispetto delle istituzioni. Il nodo politico non è il merito degli strumenti finanziari, ma il metodo: ai consiglieri non sarebbe stato garantito, nei tempi previsti da leggi e regolamenti, lo spazio per un’analisi approfondita né la possibilità di presentare emendamenti, soprattutto a tutela delle fasce più deboli.

Una posizione netta, che però non si traduce in un’azione ostruzionistica. L’assenza del numero legale, infatti, avrebbe prodotto effetti immediati e pesanti: dall’impossibilità di completare le ore lavorative per gli ex precari, al blocco delle progressioni di carriera del personale comunale, fino alla mancata assunzione di otto assistenti sociali, alla stabilizzazione di ASU e di tecnici PNRR. Senza l’approvazione degli atti contabili, inoltre, si sarebbe fermata la macchina del Reddito di Inclusione, con ritardi nelle verifiche e il rischio concreto di perdere finanziamenti regionali e statali.

È su questo crinale che si consuma lo strappo politico: voto contrario, ma presenza in Aula per evitare danni diretti ai lavoratori e ai cittadini più fragili. Una scelta che viene rivendicata come tutela dell’interesse pubblico, pur nella chiarezza della contrarietà politica.

Diversa e frammentata, però, la linea all’interno del gruppo di Fratelli d’Italia. Sergio Burgio vota contro, Pasquale Spataro lascia l’Aula, mentre Gerlando Piparo e Flavia Maria Contino risultano assenti. Una gestione “in autonomia”, che certifica una mancanza di compattezza su uno dei passaggi più delicati dell’anno amministrativo.

Ad alzare ulteriormente il livello dello scontro è la nota firmata da Roberta Zicari (DC) insieme allo stesso Pasquale Spataro. Il giudizio è durissimo: il Consiglio comunale avrebbe assistito a una “chiusura di mandato coi botti”, con l’approvazione di un atto definito irricevibile. Nel mirino finisce soprattutto il Bilancio consolidato 2024, il cui parere dei revisori dei conti sarebbe stato redatto direttamente in Aula, su un punto inserito all’ordine del giorno – sostengono – in violazione del regolamento e delle prerogative dei consiglieri, privati della possibilità di esaminare ed emendare la proposta.

Domande pesanti chiamano in causa anche il segretario comunale e la presunta urgenza dell’atto. E lo sguardo si sposta già avanti, a maggio, quando – si legge nella nota – “la città dovrà ricordare e punire” chi per oltre cinque anni avrebbe violato norme e regolamenti. Sul tavolo, infine, l’ipotesi di un ricorso al TAR e la trasmissione degli atti all’Assessorato regionale degli Enti locali.

Il risultato è un finale d’anno che lascia più di una ferita aperta: bilanci approvati per evitare il blocco dell’ente, ma un Consiglio comunale attraversato da fratture politiche, accuse formali e il rischio di nuovi contenziosi. Un passaggio che pesa già sul clima pre-elettorale e che consegna alla città l’immagine di un’Aula divisa tra responsabilità amministrativa e scontro istituzionale. FOTO ARCHIVIO

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