E’ nelle sale cinematografiche italiane la nuova commedia di Massimiliano Bruno, Beata ignoranza, con Alessandro Gassman, Marco Giallini e Carolina Crescentini, prodotta da Rai cinema e scritta dallo stesso Massimiliano Bruno con Herbert Simone Paragnani e Gianni Corsi.
La trama del film è incentrata su due professori, Ernesto e Filippo, amici di vecchia data che non si vedono da 25 anni. Quando il loro re- incontro avviene consegue lo scontro, perché riemergono vecchi rancori, sopiti solo dal tempo e dalla distanza e causati da una donna, Marianna. L’astio che i due protagonisti hanno nutrito vicendevolmente nel corso degli anni esplode proprio laddove non dovrebbe sia per ragioni etiche che educative, in classe davanti agli alunni. Questi ultimi riprendono la lite tra i prof e ne condividono il video sui social che diventa subito virale. Così Marianna decide di girare un documentario di carattere antropologico, che avrà come protagonisti Ernesto e Filippo, i quali dovranno dimostrare di essere capaci di diventare diversi da come sono.
Ernesto è un professore di lettere conservatore, orgoglioso del suo modo di essere, avulso dalla modernità e dalla tecnologia, incline alle metodologie didattiche di un tempo, come la “sacra quanto ormai sterile lezione frontale.
Filippo, invece, che insegna matematica, anche se non ha padronanza della sua disciplina né tanto meno delle competenze psico-pedagogiche e metodologiche adeguate, è un professore molto al passo con i giovani, anzi forse anche troppo. Filippo usa le TIC a modo suo ed è social dipendente. Addirittura va oltre e si spinge a fare ciò che un prof non dovrebbe mai: seduce gli alunni attraverso i social. Insomma Filippo non è affatto un buon esempio come professore, eppure è amato dagli alunni, che anche se in maniera poco ortodossa, si sentono maggiormente inclusi nella scuola.
La critica intorno al film è piuttosto variegata: alcuni si sono soffermati sulle performance degli attori, altri sulla tematica e sui motivi troppo scontati.
In mezzo a questo bailamme di critiche e recensioni anche io voglio dire la mia. Il film tematizza un argomento molto attuale tra i giovani e nella società: l’uso delle tecnologie e dei social network. Piuttosto che demonizzarli, come spesso accade quando si parla del loro impiego nella scuola, sarebbe più opportuno credere che non è il mezzo che porta alle patologie, ma l’uso improprio che se ne fa che deve essere corretto.
La scuola di oggi sta attraversando la fase del 2.0, eppure nonostante il grande sforzo compiuto dalle politiche dei governi che si sono succeduti abbiamo capito che non serve a niente avere in classe il computer o la LIM, se poi i professori come Ernesto non vogliono adoperare i nuovi strumenti perché li reputano inutili e superficiali. L’impiego delle tecnologie e dei nuovi sistemi di comunicazione nelle scuole richiede dei professori che ne comprendano e apprezzino l’uso perché esse sono un tramite per compiere scelte didattiche e metodologiche che aderiscano alle nuove esigenze dei giovani, che vivono in una società che muta velocemente e che genera in essi dubbi e insicurezze che la scuola e i docenti possono risolvere accompagnandoli in un percorso formativo, avulso dalle sterili nozioni contenutistiche, di cui è rappresentante Ernesto, e che insegni ai giovani dei valori, che purtroppo non sono incarnati neppure da Filippo, malgrado la sua modernità.
In questo senso Beata ignoranza è un film che nella sua semplicità, caratterizzata da scene anche un po’ troppo scontate come le hanno definite molti, riflette la situazione della scuola italiana attuale, che neppure la Buona Scuola è in grado di migliorare.
Chi vincerà lo scontro, Ernesto o Filippo? Beata ignoranza vi attende al cinema Concordia di Agrigento, orario degli spettacoli 18:30 – 20:30 – 22:30. Costo del biglietto intero dal lunedì alla domenica 7 €, ridotto per tutti solo il mercoledì 5 €.