Le ragioni del “No” commentate da Massimo D’Alema ad Agrigento sono state salutate da un bagno di folla. Da Catania alla Città dei templi, passando per Siracusa, l’ex leader del Partito Democratico non ha risparmiato commenti sull’attuale operato del Governo nazionale. «Il Mezzogiorno ha l’abitudine di votare poco, ma chi è per il no e rimane a casa, non serve». Attacca Renzi – «pensate a De Gasperi che usa l’aereo del governo per fare campagna elettorale» – e lancia un appello: «Adottate quelli del sì, basta fargli leggere l’articolo 70 della riforma».
«Io sono un fascista di sinistra e lui invece è comunista, tutti e due siamo qui perché voteremo No». Sulla porta del centro congressi del Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa, due signori attempati ed eleganti aspettano l’arrivo di Massimo D’Alema. «La figura più intelligente della politica italiana», sentenzia il fascista, a braccetto con l’amico compagno, almeno fino a domenica. Due No con motivazioni diverse: il primo «perché Renzi mi sta proprio sulle palle», il secondo «perché questa riforma nel merito è proprio sbagliata». E la dichiarazione di Romano Prodi che ha annunciato che voterà Sì? «Giusto – ribatte prontamente il camerata – io mi vergognerei a stare sulla stessa scialuppa di Prodi che è quello che ci ha rovinato». Una ferita decisamente più profonda per il professore di sinistra: «Stimo Prodi e non capisco la sua scelta, ma per il voto di domenica non mi cambia niente». (Foto Grandangolo)