Tanti gli agrigentini vittime, nell’ultimo periodo, di truffe telematiche che stanno aumentando in maniera esponenziale alla luce delle numerose denunce presentate, presso i vari comandi dell’Arma, in Questura e negli uffici della polizia Postale. Troppe le persone, che cadono con facilità nella “trappola”, di mascalzoni senza scrupoli. L’allarme era stato lanciato, mesi fa, direttamente dal procuratore capo, Luigi Patronaggio: “in aumento le iscrizioni in ordine ai reati informatici soprattutto legati alle truffe commesse mediante i mezzi informatici, quali il cosiddetto “phishing” e la “clonazione” di carte di credito, o altri strumenti di pagamento elettronici”.
Per chi non ha i messaggi di conferma dei movimenti dal proprio conto, dovrebbe controllare l’estratto con regolarità. Per tutti è ancora da capire se a clonare le tessere sia stato un dispositivo camuffato o se il pin sia stato recuperato in qualche altro modo.
Ma in questo inizio del 2020 il furto d’identità si è esteso anche su WhatsApp. Nella nostra provincia, una decina le denunce già presentate. Preoccupazione per l’eventuale presenza, nelle conversazioni, di dati sensibili finiti nelle mani di ignoti individui. La nuova truffa su WhatsApp (l’allerta arriva direttamente dalla polizia Postale) è relativa all’invio di un codice, che ha lo scopo di impossessarsi dell’account privato della vittima in questione. La chiamano truffa del codice da 6 cifre. “Scusami, ti ho inviato un codice di 6 cifre via SmS, potresti inviarmelo?”.