-di Diego Acquisto
n una zona veramente incantevole come Siculiana Marina, si è appena concluso un partecipato Corso di Esercizi Spirituali per il Clero agrigentino, guidato da suor Elena Bosetti, suora di Gesù Buon Pastore della Famiglia Paolina.
Originaria della diocesi di Trento, suor Elena è dottore in Teologia Biblica e autrice di numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative tradotte in più lingue. Ha commentato per diversi anni il Vangelo nel programma “A sua immagine – Le ragioni della speranza” su Rai Uno; già docente di ecclesiologia e di esegesi del Nuovo Testamento alla Pontificia Università Gregoriana e in altri Atenei romani, insegna attualmente all’Istituto di Teologia per la Vita Consacrata al “Claretianum” di Roma e all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Modena). Collabora con diverse Riviste di carattere teologico e pastorale e contemporaneamente si dedica al ministero della Parola e alla formazione biblica, in Italia e all’estero.
In questa sua intensa attività, suor Elena Bossetti, accogliendo l’invito del nostro arcivescovo, grazie alla tenacia del vicario per la ministerialità don Leo Argento, ha trovato il tempo per animare un corso di esercizi spirituali per il Clero.
Un corso quello appena concluso, partecipato da una cinquantina di sacerdoti, che hanno sempre seguito con grande attenzione ed interesse le interessanti piste di riflessione suggerite da suor Elena sul tema sopra indicato, che costantemente ha messo in parallelo le figure bibliche di reciprocità, di uomini e di donne, di cui Dio si è servito per il suo messaggio di salvezza all’umanità; messaggio che ha il suo culmine definitivo con Gesù di Nazareth, mediatore e pienezza della rivelazione.
Il tema del “Pastore” attraversa tuttala Bibbia, attraverso il quale Dio rivela tutto il suo premuroso amore verso il popolo, servendosi di uomini come pure di donne, ognuno ed ognuna con i suoi particolari doni e la sua particolare sensibilità, al maschile ed al femminile, in un itinerario salvifico, di diversi secoli, che da Betel porta a Gerusalemme.
Così con Abramo, Isacco, e poi Giacobbe che sposa Rachele, la bella “pastora”, che muore donando la vita… e quindi poi in cammino con Mosé e la sorella Miriam, anche lei pastora che veglia sulla cesta del fratellino ed il cui cantico poi nel capitolo 15° dell’ Esodo, anticipa profeticamente il Magnificat della fanciulla di Nazareth, Maria. Che iniziando la gravidanza di Gesù, in casa di Elisabetta eleva a Dio il Magnificat, riferito dall’evangelista Luca al primo capitolo del suo vangelo. Vangelo poi che nella sua quadruplice stesura, unitamente alla scelta degli apostoli, ci parla della presenza di diverse donne, alcune delle quali vengono nominate, come Marta, Maria, Maria di Magdala, Giovanna, Susanna ed altre, con ruoli e sensibilità diverse, presenti ai piedi della Croce. Con la particolarissima scelta di Maria di Magdala, alla quale la tradizione ha dato il titolo di “apostola degli apostoli”, perché a lei Gesù diede la “missio”, cioè il mandato di andare a annunziare agli apostoli la sua risurrezione .
Insomma, si tratta solo di qualche accenno, perché impossibile riferire della ridondante ricchezza delle relazioni, che, esposte dalla bravissima relatrice con grande efficacia e sentito calore umano, hanno fatto gustare ai presenti la ricchezza dei messaggi che la Parola offre per una consapevole riscoperta della propria ed altrui vocazione e dignità umana, al maschile ed al femminile; tutti custodi del mistero che è in ciascun essere . Un mistero da scoprire, gustare, adorare.
E Dio, come si fa notare spesso nella Bibbia, ascolta soprattutto le invocazioni dei poveri ed oppressi; a Lui sono più care anche le stesse imprecazioni dei poveri, anziché talune giaculatorie e pratiche dei falsi devoti, a tutti i livelli.
In tutti gli incontri, Suor Elena Bossetti ha saputo catturare sempre al massimo l’attenzione dei partecipanti, tra i quali durante le relazioni era palpabile la tensione ideale sul filo logico del discorso, nell’interpretazione e presentazione dei sacri testi; al punto di rendere non solo impossibile, ma anche impensabile, qualche sonnellino come talvolta succede.
A monte di tutto, chiaro il suggerimento sulla scia di papa Francesco, di imbroccare una pastorale profetica, non retorica, ma incisiva, solo attenta alla concreta situazione delle persone, capace di guardare lontano, anche col sacrificio di soffrire nell’immediato. Con la necessità di concentrarsi sull’essenziale per operare una conversione missionaria propria di una Chiesa in uscita, che vuole incontrare le persone senza cercare applausi e consensi, perché fondata su quella radicalità del Vangelo che si traduce in ogni forma di allergia e fastidio verso le situazioni di inautenticità.
E come per Maria di Magdala, per ogni creatura c’è sempre un appuntamento che Dio fissa. Allora conviene che il presbitero-pastore, – (per dirla con il verso di una lunga composizione a caldo di uno dei partecipanti) – si faccia trovare come “amante e non ragioniere”, peccatore perdonato ed “innamorato”…non “burocrate del sacro”.
Diego Acquisto