Il coordinamento nazionale docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda e sincera vicinanza alle famiglie di Salvatore Turdo, Andrea Miceli e Massimo Pirozzo, i tre giovani brutalmente strappati alla vita nella tragica sparatoria avvenuta a Monreale nella notte tra sabato e domenica. “Le immagini dei feretri bianchi, delle lacrime delle famiglie, degli amici raccolti nel Duomo tra striscioni e fotografie, dei cittadini vestiti di bianco e in silenzio assordante – afferma il prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU -, restituiscono il ritratto di una comunità devastata ma unita, di un’intera città che ha deciso di fermarsi per onorare la memoria dei suoi figli più giovani. È un dolore che non ha parole, che scuote le coscienze e che ci interpella profondamente come educatori, cittadini, esseri umani”.
“Le parole accorate e lucide dell’arcivescovo Gualtiero Isacchi durante l’omelia – continua la nota – sono un grido di verità: viviamo immersi in una società in cui il linguaggio della violenza sembra sempre più prevalente, un contagio silenzioso che si insinua nei rapporti, nelle parole, nei gesti quotidiani, fino a trasformarsi in tragedia. In questo momento di lutto nazionale e collettivo, ci uniamo a tutta la comunità di Monreale nel ricordo commosso di Andrea, Salvatore e Massimo, tre giovani vite che non torneranno, ma che non devono essere dimenticate. Le loro morti non devono diventare solo l’ennesima cronaca nera, ma una svolta morale e civile”.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani lancia un appello urgente alla non violenza. “Chiediamo alle istituzioni, alle scuole, alle famiglie, ai media e alla società tutta di rinnovare il proprio impegno nell’educazione alla pace, al dialogo e al rispetto dell’altro – sottolinea il prof. Romano Pesavento -. È necessaria una radicale inversione di marcia, come ha sottolineato l’arcivescovo. E questa inversione può partire solo da una scuola capace di formare coscienze, da una comunità che non si arrende al cinismo o all’indifferenza, da cittadini che scelgono la responsabilità invece dell’odio”.
“La violenza non è mai la risposta. Chiediamo che la memoria di questi tre giovani si traduca in azioni concrete per costruire una cultura della legalità e della convivenza pacifica, perché nessun’altra famiglia debba vivere un simile dolore. Ci stringiamo con commozione e rispetto attorno alle mamme, ai papà, ai fratelli, alle sorelle e agli amici di Salvatore, Andrea e Massimo, e trasformiamo insieme il dolore in impegno”, conclude la nota.
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