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Home » Politica » Anche i Fratelli d’Italia costretti a frenare sulla candidatura di Marco Zambuto

Anche i Fratelli d’Italia costretti a frenare sulla candidatura di Marco Zambuto

Redazione Di Domenico Vecchio
20 Luglio 2020
in Politica
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Marco Zambuto rischia di perdere il suo principale sponsor. Dopo aver subito il veto della Lega, il candidato sindaco, gioco forza, incassa anche lo stop Fratelli d’Italia. La decisione è nazionale ed è stata imposta da Roma.

Zambuto pagherebbe gli errori del passato. Un imbarazzante video di qualche anno fa creato proprio dall’ex renziano, che lo ritrae con tanto di simbolo del PD, attaccare i partiti del centro destra, è stato rispolverato dai suoi detrattori. 

Tanto basta per convincere i vertici del partito di Giorgia Meloni a dire no alla sua candidatura. Agrigento così rischia di perdere uno dei suoi tre candidati.

La città dei templi, tra l’altro è unico capoluogo di provincia al voto in Sicilia. Un banco di prova troppo importante per sperimentare la neonata alleanza tra Lega e Fratelli d’Italia. 

Anche Forza Italia si trova spiazzata da questa decisione, così come Diventerà Bellissima.

A questo punto, il centro destra unito ad Agrigento è ancora fattibile, ma non con Marco Zambuto. Tutto a vantaggio degli attuali antagonisti.

La Lega ha tempo tutta questa settimana per trovare un nome nuovo.  Pochi giorni per proporre valide alternative ai nomi fin qui fatti.

Intanto la deputata regionale Annalisa Tardini interviene a commento delle dichiarazioni del Segretario regionale Stefano Candiani, sul tema delle preferenze elettorali, che hanno suscitato nei giorni scorsi diverse uscite. “Premesso che le attente considerazioni del Senatore Candiani  – dice Tardino – provengono da una presa di coscienza delle oggettive situazioni di potere che governano la nostra politica a livello territoriale che oggi, occupandomi delle amministrative di Agrigento non posso che confermare, non mi sorprende l’attacco strumentale dallo stesso ricevuto, da parte di diversi esponenti politici regionali, da ultimo la Caronia, che addirittura collega a ciò la sua fuoriuscita dal partito”.

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