Due tecnici dell’Enel, a volte con la mediazione di una donna, estorcevano denaro a titolari di attività commerciali da loro scoperti nel trafugare energia elettrica ai danni di Enel. Una ventina gli indagati.
Operavano alla luce del sole e in completa tranquillità, i verificatori dell’Enel, nonchè informatori della Procura della Repubblica, i quali con l’intimidazione di denunciare tentavano di estorcere denaro agli imprenditori controllati per conto di Enel. Sono Giovanni Trupiano, 60 anni di Agrigento e Domenico La Porta, 63 anni di Naro, per loro l’ipotesi di reato è di tentata estorsione. Ai due indagati è stata applicata la misura cautelare di divieto di dimora nella provincia di Agrigento e l’obbligo di firma per Luigia Vinci, di Canicattì, che avrebbe fatto da intermediario.
I provvedimenti sono stati firmati dal Gip Alessandra Vella, su richiesta dei sostituti procuratori Alessandro Macaluso e Carlo Cinque. L’indagine, che prende il nome di “Alta Tensione“, parte dalla denuncia di un imprenditore, Gregorio Bonsignore, a cui i due verificatori hanno tentato di estorcere del denaro. In pratica avrebbero chiesto al malcapitato una cifra pari a 2000 euro “come regalo per chiudere un occhio e non denunciare un allaccio abusivo” che, in questo caso, avevano realizzato loro stessi. In altri situazioni o mettevano in atto la minaccia nel momento in cui trovavano l’illecito o proponevano loro stessi allacci abusivi con il metodo del magnete o del cosiddetto “sorcio” (una sorta di interruttore occultato all’interno del muro). Gli accordi proposti partivano da una somma di 150 euro nel caso del semplice magnete e arrivavano fino a 2000 euro per l’installazione del “sorcio” e che dilazionavano nel tempo nel caso l’imprenditore si trovasse in difficoltà a pagare immediatamente. Ma non finisce qui, i due offrivano una vera e propria assistenza ai loro “clienti” avvisandoli telefonicamente di un probabile controllo nel caso in cui venivano contattati dall’autorità per effettuare dei controlli. I due indagati sono stati sospesi dal lavoro da parte dei dirigenti dell’Enel. La donna invece, Luigia Vinti si occupava di trovare “nuovi clienti” ai due verificatori Enel.
Le indagini, abbastanza complesse, hanno coinvolto i militari dall’ottobre del 2014 al giugno del 2016 attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali in cui i due scambiavano modi e luoghi dove operare e come riscuotere il denaro. A collaborare con le indagini l’Enel che, come ha sottolineato il Colonello Mario Mettifogo, “è l’unica parte lesa sia dagli imprenditori che dai verificatori. Reati tra l’altro non giustificabile neanche dal punto di vista economico, sia per le attività commerciali che comunque trovavano i soldi per pagare i due tecnici, e per i due verificatori Enel i quali percepivano uno stipendio di circa 4000 euro al mese.”
A Giovanni Trupiano è stato ordinato il sequestro preventivo di un conto corrente bancario con 7.350 euro.
Gli indagati sono circa una ventina, quasi tutti titolari di attività commerciali, un fenomeno al quanto diffuso quello di furto dell’energia elettrica, basti pensare che da gennaio ad oggi ci sono stati 11 arresti e 4 denunce.
La conferenza stampa questa mattina si è svolta al Comando Provinciale dei Carabinieri ed è stata introdotta dal Colonnello Mario Mettifogo, che ha poi dato la parola al Capitano Ernesto Fusco, il Tenente Scotto Di Tella e il Tenente Nicolò Morandi che hanno seguito le indagini e hanno illustrato nei dettagli lo svolgersi delle stesse.
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