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Home » L’angolo di don Diego » Allarme povertà nel mondo ed in Italia

Allarme povertà nel mondo ed in Italia

Redazione Di Diego Acquisto
22 Gennaio 2019
in L’angolo di don Diego
20081222- ROMA -SOI- ISTAT:  5,3% FAMIGLIE NON HA SOLDI PER IL CIBO  - Un anziano fruga tra i rifiuti del mercato di piazza S. Cosimato a Trastevere, oggi a Roma.   Secondo l'ultima indagine dell'Istat, a fine 2007 e' salito dal 4,2% al 5,3% il numero delle famiglie che ha dichiarato di avere avuto nel corso dell'anno ''momenti con insufficienti risorse per l'acquisto di cibo''. ANSA /GUIDO MONTANI/DEB

20081222- ROMA -SOI- ISTAT: 5,3% FAMIGLIE NON HA SOLDI PER IL CIBO - Un anziano fruga tra i rifiuti del mercato di piazza S. Cosimato a Trastevere, oggi a Roma. Secondo l'ultima indagine dell'Istat, a fine 2007 e' salito dal 4,2% al 5,3% il numero delle famiglie che ha dichiarato di avere avuto nel corso dell'anno ''momenti con insufficienti risorse per l'acquisto di cibo''. ANSA /GUIDO MONTANI/DEB

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Un allarme che cade in Italia, mentre continuano ed anzi  infuriano le polemiche contro il  reddito di cittadinanza da parte di tutti i Partiti, che mettono sotto accusa  il Governo giallo-verde, formato da 5-Stelle e Lega, prevedendo altri disastri, senza rimediare a quelli da tempo già in atto, con prove inoppugnabili, come lo spopolamento di tanti nostri Comuni.

Un allarme-povertà  che viene adesso da una  delle più autorevoli ong, la  britannica Oxfam, che – come scrive quello che la stampa laica definisce impropriamente come “il quotidiano dei Vescovi”, cioè Avvenire –   “squarcia il velo su quello che tutti sanno ma che spesso si tace: le fratture nella distribuzione del reddito fra ricchi e poveri”.

Un allarme ch dovrebbe, quanto meno, consigliare subito a tutti  di abbassare i toni e riconoscere che l’impostazione precedente ha provocato e continua a provocare nel mondo ed anche in Italia,  conseguenze nefaste.  E quindi il dovere di tentare altro tipo di politica economica.

Oxfam – alla vigilia  dell’incontro di Davos,  in Svizzera, dove  ogni  anno si  riuniscono  i maggiori responsabili della finanza mondiale – denuncia, cifre alla mano che nel 2018 la frattura tra ricchi e poveri si è ulteriormente allargata, a vantaggio dei primi.

Una frattura nella distribuzione della ricchezza,  favorendo addirittura  i super-ricchi il cui benessere lo scorso anno è aumentato  del 12%, mentre 3,8 miliardi di persone, cioè  la metà più povera dell’umanità,  hanno visto decrescere quello che avevano dell’11%.

Per quanto riguarda specificamente l’Italia, i numeri provano che nella prima metà del 2018, cioè nei mesi gennaio-giugno,  i contrasti si sono aggravati: il 20% più ricco degli italiani detiene (a metà 2018) il 72% della ricchezza nazionale, contro il 66% di un anno prima, mentre il 60% più povero deve accontentarsi appena del 12,4%, ancora meno del 14,8% di 12 mesi prima.

Bastano solo questi dati per invitare in Italia  tutti, nessuno escluso, cioè maggioranza parlamentare ed opposizione, ad una seria riflessione  e trovare possibilmente  assieme,  un tentativo di soluzione per avviare,  senza perdere altro tempo in polemiche sterili, una tendenza diversa.

Pensando  che davvero, anche nel decennio precedente con i Governi presieduti da Prodi, Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, il sistema di tassazione è stato  troppo poco progressivo  verso la ricchezza. E ciò ha di fatto, al di là delle parole,  ostacolato la riduzione della povertà, che infatti non solo non è diminuita, ma  è anzi  aumentata, quasi del triplo.

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