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Home » Top » Turismo, giugno deludente: Occorre creare un brand Agrigento, non basta la Valle dei Templi

Turismo, giugno deludente: Occorre creare un brand Agrigento, non basta la Valle dei Templi

Redazione Di Domenico Vecchio
26 Luglio 2019
in Top, Turismo, Valle dei Templi
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Assoturismo: «Troppe strutture, l’ offerta è troppo ampia ed i visitatori sono disorientati. Anche sulla scelta del prezzo»

Dai dati di Assoturismo la Sicilia è la meta in Italia preferita per le vacanze estive targate 2019, ed Agrigento è tra le tappe obbligate di chi visita l’isola. Rispetto ad un deludente giugno, luglio e agosto segnano un trend positivo con un leggero peggioramento rispetto al passato, sono soprattutto gli stranieri a scegliere le nostre mete ma mancano una buona fetta di turisti italiani.

Gli attrattori di successo sono sempre gli stessi, Valle dei Templi, Scala dei Turchi, le spiagge più incontaminate come quella di Torre Salsa.

Agrigento in Sicilia, resta una delle destinazioni preferite. Non altrettanto successo ha però la città in termini di ricavi. Per Assoturismo l’analisi è semplice: troppe strutture, offerta troppo ampia e turisti disorientati, anche sulla scelta del prezzo.

«In questo mese di luglio spiega Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo – stiamo toccando con mano la presenza turistica. Basta fare un giro in centro città per vedere quanti visitatori hanno scelto Agrigento.

Sono gli stranieri ad avere le maggiori potenzialità, secondo Messina.

«E il mercato è interessato alle spiagge e al mare». Se gli italiani sono tornati a preferire mete estere per le loro vacanze, sono gli stranieri a scegliere Agrigento. Se un tempo la facevano da padrona tedeschi, inglesi e americani, dall’avvento dell’euro in avanti a scegliere la città dei templi sono viaggiatori dei paesi dell’est Europa, francesi e spagnoli.

A trainare molto la Sicilia è Palermo, sempre secondo Messina. «Questo – dice – grazie all’offerta culturale, è capitale della cultura e finalmente viene scelta come città d’arte. Chi viene a Palermo – aggiunge Messina – di conseguenza gira la Sicilia e si sposta pure ad Agrigento».

I limiti però sono sempre gli stessi. Troppe strutture ricettive, poca professionalità.

«Se vogliamo essere città turistica – spiega Messina – serve che, chi gestisce le tante strutture turistiche, sia preparato. Impensabile che chi accoglie i visitatori non co- nosca le lingue, inaccettabile che ci siano ancora troppe strutture non in regola».

«La stagione va molto bene – dice Bufano dell’Hotel Kaos – siamo in forte crescita nella nostra struttura. Sono gli stranieri a preferirci. Restano almeno due o tre notti, preferiscono camera e colazione, per essere liberi di andare a pranzare o cenare dove meglio credono anche se spesso rimangono in albergo. E’ una tipologia di clienti che vuole una vacanza che sia fatta di mare, relax e cultura. Qui da noi non manca nulla, la nostra posizione è strategica, da qui è facile spostarsi per visitare le mete più gettonate». Purtroppo però i pro- blemi sono sempre gli stessi.

«I nostri ospiti lamentano le solite cose – dice Bufano – città sporca, carenza di servizi, mediocrità e approssimazione a tutti i livelli».

Il turista insomma si sente disorientato.

«Siamo soli noi albergatori – dice – dobbiamo sopperire a tutte le mancanze del pubblico, inutile girarci attorno ma siamo davvero indietro, non si riesce a fare sistema ed ognuno naviga per conto suo. Impossibile giustificare le carenze presenti in città».

«Personalmente – dice Marco Falzone che di professione fa la guida turistica – non c’è un calo, il turismo medio alto continua a viaggiare, sono loro che continua- no a tenere in piedi l’economia. Il problema semmai è un altro. La nostra offerta è scadente. La gente viene, vede i templi, fa un giro in centro e va via.

Occorre creare un brand Agrigento, non basta creare eventi alla Valle dei Templi se poi la gente viene qui e non trova servizi adeguati .

Occorre che l ’aspettativa creata come con gli eventi di D&G e Google Camp, poi sia accompagnata dai fatti, se fuori dagli alberghi la gente non trova nulla è costretta a fuggire altrove. Credo che negli ultimi 10 anni abbia- mo fatto solo passi indietro»

Turimo nell’Agrigentino: la Uil lancia l’allarme.

“Avevamo visto giusto. Il turismo nella città dei templi e in provincia in generale fa registrare un calo negli arrivi e nelle presenze di oltre ventimila unità”.
Lo dichiara il segretario generale della Uil agrigentina, Gero Acquisto, che già nei giorni scorsi aveva lanciato un grido d’allarme.
“I dati che abbiamo ricevuto – continua Acquisto – sono allarmanti e riguardano il periodo che va dal primo marzo al 20 giugno. Non ci sono ancora quelli di luglio, ma il trend sarà negativo. Ci si chiede quali possano essere le cause. Secondo la Uil la politica e le istituzioni in generale. Raggiungere oggi Agrigento è diventato problematico per via delle strade che collegano i principali aeroporti siciliani che sono interessate da lavori, fermi, da tempo. Poi la pulizia che è sempre carente, vedere turisti che si aggirano tra cumuli di pattume non è un bel segnale, non è un bel biglietto da visita”.
La Uil è preoccupata per quello che è il futuro.
“Ci auguriamo che i dati possano crescere nel mese di agosto e a settembre – continua Acquisto – ma dobbiamo cominciare a pensare seriamente all’evento Agrigento 2020. In quella circostanza non possiamo sbagliare, ecco perché occorre subito istituire un tavolo di concertazione alla presenza anche del sindacato per trovare le giuste medicine. Questa provincia che è in crisi in molti settori, aveva il turismo che almeno negli ultimi anni era in continua crescita, questa frenata potrebbe mettere a rischio diversi posti di lavoro che non possiamo permetterci”.

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