“Quando l’uomo sapiens faceva il suo cinema” è il documentario vincitore della diciottesima edizione del Festival Cinema Archeologico di Agrigento. Il video, che porta lo spettatore sulle prime tracce del cinematografo attraverso ventimila anni di arte paleolitica, è stato votato sia dal pubblico che dalla giuria di esperti, come il film più gradito. Si è conclusa con il voto unanime, l’edizione 2022 del “Festival Cinema Archeologico” nella Valle dei templi svoltasi come di consueto al Tempio di Giunone. Il Premio RAM Film Festival, invece. è andato al documentario “Il rifugio dimenticato” che ha portato gli spettatori a Caen in Normandia dove alcuni archeologi hanno studiato le vestigia lasciate dai civili nascosti in un rifugio sotterraneo per proteggersi dai bombardamenti alleati durante lo sbarco. Questo, con l’aiuto di Yvette, la testimone che ridiscende nel rifugio a più di venti metri sotto terra con i suoi preziosi ricordi, per aiutare gli archeologi nel loro particolare studio. La giuria degli esperti, presieduta quest’anno da Leandro Picarella, ha poi dato una menzione speciale al documentario “I bronzi del Quirinale”, due antichi bronzi, “il pugile in riposo” e “il principe delle terme” trovati sul Quirinale a Roma nel 1885 e tornati a nuova vita grazie a due ricercatrici del Museo delle sculture di Liebighous. Le due statue hanno rappresentato un enigma nel corso del tempo, ma nuovi studi hanno rivelato che si tratta di due protagonisti del mito degli argonauti alla ricerca del Vello d’oro”. Soddisfazione, al termine dell’edizione 2022 del Festival è stata espressa dal direttore dell’Ente Parco, Roberto Sciarratta che ha firmato il Cartellone, e dalla coordinatrice scientifica della Rassegna, l’archeologa Maria Concetta Parello. Particolarmente apprezzati dal pubblico durante la tre giorni di proiezioni, sono stati i documentari sulla città giordana di Petra, città che è stata la grande protagonista virtuale della prima giornata, con i documentari “Il progetto Baydha islamica, archeologia, formazione e impegno comunitario nella regione di Petra” cui era seguita la proiezione di “Un tesoro. Petra simbolo di multiculturalismo in Medioriente”. Petra infatti è un famoso sito archeologico nel deserto sudoccidentale della Giordania. Risalente al 300 a.C., fu la capitale del Regno nabateo. Accessibile tramite una stretta gola chiamata Al Siq, contiene tombe e templi scavati nelle pareti di arenaria rosa, da cui deriva il suo nome “Città rosa”. La sua struttura più famosa è Al Khazneh, un tempio di 45 metri di altezza con una facciata decorata in stile greco conosciuto come “Il Tesoro”.
Nella seconda giornata della Rassegna, protagonista, invece, è stata la città francese di Narbonne “La seconda Roma”. Sempre a Giunone si è anche svolta la premiazione della IX edizione del Concorso Archeo Ciak. La serata conclusiva, come detto, ha visto il trionfo di “Quando l’Homo Sapiens faceva il suo cinema” seguito dalla proiezione del documentario “Braci del sole” sulla bellezza dei monumenti preistorici dell’Armenia. Sempre nella serata finale si è svolta l’iniziativa intitolata “La ricerca archeologica si racconta”, conversazioni con Alessandro Mauro, archeologo eco-fondatore della web radio “Let’s dig again” e Claudia Beretta giornalista e coordinatrice del Ram Film Festival di Rovereto.
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