La nuova Akragas di Giovanni Amico è ancora allo stato embrionale. Squadra iscritta in Promozione, ma priva di una struttura societaria, di un’area tecnica e di conseguenza anche del suo organico. La questione Akragas quindi rimane un argomento da trattare a tavolino, niente campo di allenamento, allenatore, giocatori e nemmeno calcio giocato al momento. Lo sforzo fatto dall’Assessore allo Sport del Comune di Agrigento inoltre rischia di essere vano se nessun imprenditore si farà avanti per programmare, non solo questa stagione, ma il futuro di quella che è stata formalmente inserita nel girone A del campionato regionale con il nome di “Olimpica Akragas”. Amico, inoltre, da appassionato tifoso, si è fatto carico delle spese (circa 7mila euro) di iscrizione, ora però dovranno essere altri a mettere mani al portafoglio, considerato che non spetta né al Sindaco e né tantomeno al Municipio gestire pure la squadra di calcio locale.
“Teniamo accesa una fiammella” ha detto l’assessore nella conferenza stampa che ieri mattina, si è tenuta presso l’ex collegio dei Filippini, sede di rappresentanza del Municipio di Agrigento. Il componente dell’esecutivo ha voluto fare alcuni chiarimenti sulle sorti della società sportiva “Akragas”. “Dopo la scadenza del termine prevista per il 16 luglio sancita dalla Lega nazionale dilettanti, ho deciso di versare la quota di iscrizione di 7.500 euro per affrontare il campionato di Promozione, accogliendo così le sollecitazioni di tifosi, sportivi e giornalisti che in questi giorni hanno parlato di come altre città abbiano recuperato e ridato dignità al gioco del calcio in luoghi in cui questo stava sparendo”. Ma la questione, come detto, non si esaurisce qui. Se da una parte Amico sottolinea l’importanza della presenza di sponsor, dall’altra afferma che “questi possono soltanto risolvere il problema della copertura dei fondi, senza in realtà ovviare al problema della guida societaria”.
Una conferenza prima di tutto volta alla ricerca e all’appello nei confronti di soggetti economici che possano dunque condurre l’Akragas, figurare in promozione e partire da un budget ben definito per capire quale campionato ci si possa permettere di affrontare, un budget chiaramente dipendente dalle ambizioni. “La cosa che più conta al momento è sollecitare la partecipazione di imprenditori e tifosi ancor prima di pensare alla scelta dell’allenatore o del direttore sportivo. Siamo fiduciosi e speriamo di ottenere risposta entro fine agosto”. E’ una scommessa, un vero e proprio azzardo, ma come sostiene il politico “mollare tutto senza aver tentato sarebbe stato peggio di un fallimento”. E i vecchi soci dell’Akragas? Si tratta forse di creare una nuova società calcistica mantenendo i vecchi collaboratori? “Vi sono ancora delle interlocuzioni e dei contatti, ma Silvio Alessi in primis – aggiunge Amico – non potrebbe tornare alla guida della società per questioni federali. Attualmente non vi sono ancora nominativi, da poter fornire, ma speriamo di risolvere al meglio nel giro di alcuni giorni.” L’obbiettivo è quindi quello di creare “un contenitore” che possa restituire dignità al calcio agrigentino.
La Lega Pro, con i suoi recenti trascorsi quindi non è lontana. Le questioni sono sempre le stesse, si cercano imprenditori che vogliano investire nel calcio. Considerato che Agrigento non è certo paragonabile a realtà del nord Italia, dove gli imprenditori esistono perché ci sono imprese e industrie, quella di vedere una società degna di questo nome, al momento rimane poco più di una speranza. Inoltre per il futuro serve investire sullo stadio e l’impiantistica, dotando l’Esseneto di un’adeguata illuminazione e un decente manto erboso. Se nessun imprenditore si è fatto avanti quando il titolo era in Lega Pro, appare difficile che qualcun altro possa ambire a prendere la società adesso. (Domenico Vecchio – GDS)
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp