Akragas, cuore e carattere: le parole dei protagonisti dopo la battaglia di Augusta
Non solo una vittoria. Quella conquistata dall’Akragas SLP sul campo del Megarello di Augusta è una prova di forza, maturità e appartenenza. Una di quelle partite che non finiscono al fischio finale, ma continuano negli abbracci, negli sguardi, nelle parole dette a caldo in sala stampa.
Perché il successo per 1-0, firmato Tripoli, non è solo il sesto di fila: è il segno di una squadra che sa soffrire, reagire e vincere anche quando il terreno brucia e la partita si sporca.
Lo dice bene capitan Alfonso Cipolla, volto e voce del gruppo:
«Lo abbiamo detto tante volte: questi sono campi difficili, e oggi ne abbiamo avuto la prova. Tutte le squadre contro l’Akragas danno qualcosa in più, ma noi dobbiamo pensare solo a noi stessi. Tutto dipende da come approcci la partita, dalla fame e dalla voglia. E oggi la prestazione parla da sola».
Cipolla, che incarna lo spirito di chi non si nasconde, racconta una vittoria costruita col sacrificio:
«Nel primo tempo abbiamo fatto bene, poi il gioco si è spezzettato. Nella ripresa siamo stati bravi a crederci fino alla fine, rischiando poco e dimostrando compattezza. Tripoli, Lopez, Gambino… tutti ci mettono l’anima. L’importante è che l’Akragas vinca».
Sulla stessa lunghezza d’onda il tecnico Seby Catania, che conferma la crescita del gruppo:
«Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile, ma l’abbiamo fatta noi. Abbiamo avuto sempre il controllo, rischiando una sola volta in modo serio. È stata una gara sporca, dura, ma vinta con la testa e con il cuore. Chi vuole restare in alto deve saper vincere anche così».
Il mister guarda avanti, ma senza perdere di vista l’identità costruita:
«Non ci possiamo mai accontentare. Qui non ci sono titolari o riserve: c’è un gruppo che lavora insieme e che deve farsi trovare pronto ogni volta. E anche nel comportamento, perché la mentalità vincente si vede prima di tutto lì».
Tino Longo, direttore sportivo, sintetizza il valore del successo:
«Queste sono le partite che fanno la differenza. In questi campi si lotta su ogni pallone, ma l’Akragas ha mostrato compattezza e spirito di sacrificio. Vincere qui dà morale e peso alla classifica».
Infine, la voce più accesa è quella del presidente Salvatore La Porta, che descrive la vittoria con toni quasi epici:
«È stata una guerra, il calcio che piace a me: pieno di emozioni, di duelli, di cuore. Abbiamo vinto con merito, un gol in più dell’avversario, e questo basta. Loro erano forti, ma noi abbiamo saputo coprire ogni spazio. Io ci ho creduto sempre, fino all’ultimo secondo».
Il successo di Augusta racconta una squadra che non si limita a vincere, ma cresce e si riconosce in uno stile: compatta, aggressiva, concentrata.
Un gruppo che ha fatto dell’unità la sua forza, dell’umiltà la sua arma e della costanza la sua firma.
E adesso testa alla Coppa Italia: mercoledì l’Akragas affronterà la Margheritese
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