Polemiche su polemiche e l’Aica non ci sta. L’azienda idrica consortile interviene rivolgendosi “a tutti i soggetti privati e pubblici e alle associazioni che si ergono a difesa dei consumatori ma spesso hanno memoria corta- tuona l’Aica-a tutti coloro che, spesso poco attenti alla realtà concreta, a mezzo stampa, social e quant’altro stanno creando un clima di sfiducia verso una azienda pubblica che è patrimonio di tutti i contribuenti e quindi dei consumatori.” L’azienda, dunque, replica alle dichiarazioni di associazioni e del cartello sociale della provincia di Agrigento, che intravedono un prossimo fallimento dell’attuale gestione pubblica del servizio idrico integrato.
“Duole leggere notizie non rispondenti al vero – continuano dall’Aica- di presunte perdite macroscopiche e il “chiacchericcio” alimentato dai soliti “bene informati” che ha riportato notizie e numeri non veritieri sui dati contabili dell’azienda: gli atti contabili sono ancora in fase di redazione nei tempi previsti dalla legge e quindi non sono accertati in via definitiva neanche dentro l’azienda.
Quando i bilanci saranno pubblicati si potranno leggere i numeri reali.
Duole perché creare un clima di sfiducia non fa bene a nessuno.
Non fa bene all’azienda, non fa bene al servizio e quindi ai consumatori, non fa bene ai lavoratori ed alla loro serenità, non fa bene ai sindaci che tanto si sono impegnati nello storico risultato di creare una azienda pubblica come gestore di un servizio essenziale e vitale per lo sviluppo del territorio. AICA, pur avendo finora mantenuto gli impegni presi con gli operatori economici contrattualizzati, con il puntuale pagamento delle fatture scadute, spesso non riesce ad acquisire tutti i servizi necessari. Infatti spesso gli operatori economici, che sono i creditori del vecchio gestore Girgenti Acque, della gestione commissariale (che ha lasciato diversi pagamenti insoluti a causa dell’intervenuto fallimento) e ora della Curatela fallimentare, si rifiutano di lavorare per l’Azienda. Intanto, malgrado il clima di sfiducia (alimentato spesso da soggetti che dovrebbero invece incoraggiare questa esperienza di azienda pubblica nata tra mille difficoltà), i dipendenti, ognuno con le proprie competenze e professionalità, continuano a lavorare indefessamente, con spirito di sacrificio e abnegazione, assolvendo ai lori compiti puntualmente.
Duecentonovantanove dipendenti e tre Comandati dall’Ente d’Ambito, quindi trecentodue famiglie del territorio che portano avanti un servizio essenziale e, incuranti di “trespoli con corvi gracchianti”, continuano ogni giorno a fare il loro dovere assicurando un servizio essenziale che certamente, in questo momento, non è e non potrebbe essere il migliore dal punto di vista dell’erogazione idrica e del funzionamento dei collettori fognari e dei depuratori.”
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