Dopo settimane di tensione, per l’Azienda Idrica Comuni Agrigentini arriva una prima boccata d’ossigeno. Un accordo raggiunto con Siciliacque consentirà nei prossimi giorni lo sblocco dei conti pignorati, aprendo così la strada al pagamento degli stipendi ai 283 dipendenti e al riavvio delle attività ordinarie.
A confermarlo è la presidente del Cda, Danila Nobile, che parla di “passaggio decisivo per salvare Aica e garantire continuità al servizio idrico pubblico”. L’intesa permetterà anche di predisporre un piano per le imprese creditrici e di definire un piano di rientro sul debito complessivo con la società di sovrambito, stimato in circa 23 milioni di euro.
Il clima, tuttavia, resta fragile. In una diffida inviata ai Comuni soci, Aica ha richiamato le amministrazioni locali alle proprie responsabilità, sollecitando il versamento immediato delle quote di competenza. «I dipendenti e le imprese devono sapere che non sono stati soli – ha dichiarato Nobile –. Ora serve un impegno concreto da parte di tutti, anche per pianificare il futuro della gestione pubblica».
Intanto, sul fronte sindacale, le sigle Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil hanno indetto un’assemblea dei lavoratori per lunedì, chiedendo garanzie sulla stabilità occupazionale.
Resta acceso il dibattito anche intorno al maxi appalto da 11 milioni di euro per la nuova rete idrica di Agrigento, finito al centro di un’inchiesta della Procura. La direzione lavori è accusata di condotta ostruzionistica che avrebbe rallentato l’avvio del cantiere, già in ritardo di un anno. L’appalto, affidato nel dicembre 2022, è partito solo nel maggio scorso dopo un lungo stop e una serie di rilievi tecnici.
Il quadro che emerge è quello di una gestione complessa, segnata da vincoli finanziari, vertenze giudiziarie e rapporti tesi con i Comuni soci. Ma l’intesa con Siciliacque, se confermata nei prossimi giorni, rappresenta il primo passo per riportare stabilità e restituire respiro a un servizio essenziale per l’intero territorio.
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