E’ una commedia in tre atti piena di suspence che Pirandello scrisse nel 1922 ispirandosi a un fatto di cronaca. “Vestire Gli Ignudi” è una commedia a 6 personaggi: il romanziere Ludovico Nota, la signora Onoria, affittacamere, il giornalista Stefano Trizzino, il tenente di vascello Franco Laspiga, il console Grotti ed Ersilia Drei.
-di Calogero Longo
Grande successo e teatro Pirandello gremito di persone per la prima nazionale di ”Vestire Gli Ignudi”, con la grande regia dell’attore agrigentino Gaetano Aronica. “Vestire Gli Ignudi” è una commedia di Luigi Pirandello, scritta tra l’aprile e il maggio del 1922. Il dramma è la storia di chi sentendosi nudo, di per sé giudicandosi insignificante, si riveste dei panni, fossero pure sporchi e laceri, che gli altri gli fanno indossare. La storia narra di una ragazza, Ersilia, che sentendosi niente, per essere qualcosa, accetta di essere quella che gli altri hanno voluto che fosse. La giovane,quando era governante in casa del console Grotti, a Smirne, si era fidanzata con il tenente di vascello Franco Laspiga che in seguito la lascerà. Il console approfitterà del suo desolato stato d’animo per avere un rapporto sessuale con lei che non si accorgerà che la figlia del console, non più sorvegliata, sale su una sedia e precipita da una terrazza morendo.
La madre della bambina scaccerà Ersilia che si ritrova in strada, ossessionata dal rimorso per la morte della bimba, si concede al primo che passa e quindi decide d’avvelenarsi. Ricoverata in ospedale, sicura di morire, vuole lasciare di sé un ricordo romantico meno disonorevole della realtà da lei vissuta e racconta di essersi avvelenata perché abbandonata dal suo fidanzato. La sua storia finisce su un giornale suscitando commozione e partecipazione del pubblico alla sua tragedia. Anche il tenente di vascello, che sta per sposarsi, lascia la sua fidanzata col suo consenso, per offrirsi ad Ersilia, rimasta viva, per riparare il torto fattole. Il console stesso, da una parte smentisce quello che raccontano i giornali, ma nello stesso tempo la rivorrebbe. Laspiga scopre che la giovane è stata l’amante del console e ora l’accusa di essere una prostituta facendola giudicare poi come una poco di buono, colpevole della morte di una bambina. Nessuno più crede alla sua romantica storia ed anche Ersilia è stanca di condurre una vita secondo quello che gli altri
pensano di lei. Il monologo finale è sicuramente il momento più interessante, anche dal punto di vista registico: la protagonista volta le spalle al pubblico e confessa direttamente alla telecamera le sue colpe e le sue bugie.
Le parole di Ersilia colpiscono dolorosamente, soprattutto per merito dell’interprete Claudia Gusmano, che ha reso con grande capacità la drammaticità del personaggio, le sue sfumature e la sua complessità. Ersilia è costretta a morire di nuovo, questa volta nuda e disprezzata, condannata per le sue menzogne. Ma, come sostiene il suo amico scrittore, Ludovico Nota: le bugie sono storie; non importa che siano vere, l’importante è che siano belle. Decide quindi di avvelenarsi una seconda volta per rimanere definitivamente nuda ma senza i vestiti di altri. Dirà rivolgendosi al Laspiga e al console: «Andate, andatelo a dire, tu a tua moglie, tu alla tua fidanzata, che questa morta – ecco qua – non s’è potuta vestire». Dunque , un’opera avvincente e coinvolgente che ha visto sul palcoscenico del Pirandello gli attori: Stefano Trizzino, Barbara Capucci, Fabrizio Milano, Andrea Tidona, Gaetano Aronica, che ne ha curato regia ed adattamento e Claudia Gusmano. Prossimo Appuntamento in Teatro Venerdì 24, sabato 25 e domenica 26 febbraio con Good And Evil da Caino e Abele di Toni Cucchiara ai Promessi Sposi di Pippo Flora e Michele Guardì.
Calogero Longo
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