Agrigento verso le Amministrative: l’appello di Aldo Capitano per una politica della coesione
AGRIGENTO – Con le Amministrative 2026 ormai all’orizzonte, cresce il dibattito attorno al futuro della città e alla qualità della prossima guida politica. Tra le voci che si levano in questi giorni, quella di Aldo Capitano, fondatore del movimento Insieme nel Sociale, risuona con toni di preoccupazione ma anche di speranza. In una lettera indirizzata alla redazione di AgrigentoOggi, Capitano traccia un bilancio severo del quinquennio amministrativo in corso e lancia un appello alla responsabilità collettiva.
«Siamo agli sgoccioli per giungere alla fine del mandato del sindaco Francesco Miccichè – scrive – e il risultato di questo quinquennio non è stato altro che sorprendente per i cittadini, delusi dalla considerazione che la città è al disastro più totale». Parole nette, che riflettono il malcontento di una parte della cittadinanza ma che, al tempo stesso, si aprono alla prospettiva di un rilancio possibile.
Capitano guarda avanti, verso la sfida del 2026, individuando nel nuovo sindaco non solo una figura amministrativa ma soprattutto un interprete della coesione e del dialogo. «Chi guiderà Agrigento dovrà correre ai ripari per mettere ordine, affrontare una macchina comunale ridotta all’osso, con carenze di personale e risorse limitate, ma anche ricucire i rapporti politici e sociali di una città che ha bisogno di ritrovarsi».
Nella sua analisi, il fondatore di Insieme nel Sociale non si limita a denunciare, ma delinea anche l’identikit del sindaco ideale: «Un uomo colto, moderato, non litigioso, capace di ascoltare, di mantenere rapporti sani con maggioranza e opposizione. Un sindaco che sappia cucire gli strappi, costruire ponti e non muri».
La parola chiave è coerenza, ma anche umanità. Capitano richiama la politica al suo compito originario: servire la comunità con umiltà e competenza, mettendo da parte personalismi e logiche di potere. «È arrivata l’ora – scrive – che tutti dovrebbero togliersi la giacca della superiorità per vestirsi con umiltà al servizio della popolazione. Occorre una politica protesa all’umanità, al dovere del rispetto umano e cristiano».
L’intervento di Capitano si inserisce in un momento di particolare fermento politico, segnato da tensioni, riposizionamenti e riflessioni interne ai partiti, ma anche da una crescente distanza tra cittadini e istituzioni. Da qui l’appello finale, che suona come un invito alla corresponsabilità: «Abbiamo il dovere, tutti insieme, di arrivare a un punto di coesione per rendere Agrigento una città più vivibile dal 2026 in poi».
Un messaggio che arriva mentre si delineano i primi scenari elettorali: dall’intenzione di ricandidarsi dell’attuale sindaco Francesco Miccichè, al possibile ritorno in campo di Calogero Firetto, passando per altri protagonisti della scena politica cittadina come Giuseppe Di Rosa, Carmelo Cantone e Benedetto Adragna. Vecchi e nuovi equilibri che iniziano a prendere forma, ma sui quali pesa l’invito di Capitano a riscoprire una politica “protesa all’umanità” e capace di unire, più che di dividere.
Perché – come conclude l’esponente di Insieme nel Sociale – «solo ritrovando il senso della comunità e del servizio si potrà restituire serenità e dignità alla città di Agrigento».
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