AGRIGENTO. Un Consiglio comunale straordinario, subito dopo Pasqua, per discutere della situazione del Consorzio universitario agrigentino, alla luce degli ultimi “tagli” di corsi di laurea operati dall’Ateneo di Palermo. La Conferenza dei Capigruppo del Palazzo dei Giganti, ieri mattina ha votato all’unanimità la richiesta di convocare un Consiglio Comunale aperto dedicato “esclusivamente” alla situazione in cui versa il Consorzio Universitario. Saranno invitati ad intervenire il presidente del Consorzio universitario, Pietro Busetta, il Rettore dell’Ateneo di Palermo, Fabrizio Micari, oltre ai componenti del consiglio di amministrazione di UniPa e l’assessore regionale all’Istruzione e formazione, Roberto Lagalla.
Il Consiglio è previsto per il 5 aprile ma la data potrebbe subire delle variazioni a seconda degli impegni personali e professionali dei personaggi invitati a partecipare. A richiedere la convocazione del Consiglio comunale sull’università, che non sarebbe comunque il primo, è stato il consigliere Pietro Vitellaro. “Il 23 gennaio scorso – dice Vitellaro – tramite Pec, ho chiesto che si convochi un Consiglio comunale aperto al presidente del Consorzio Universitario. Visto i recenti sviluppi ho chiesto un’accelerazione della procedura. Questa settimana andrò a Palermo per parlare dell’argomento con l’Assessore Regionale al ramo Roberto Lagalla. Cerco di fare tutto ciò che è in mio potere per dare una mano. E sembra un paradosso che ad Agrigento, dove insiste il più grande parco archeologico con i suoi meravigliosi Templi, l’unico corso di laurea in Beni culturali e archeologia possa chiudere i battenti.
Gli uffici di piazza Marina (quelli dell’Università di Palermo) hanno tagliato quello che si poteva tagliare: prima Architettura, poi il corso di laurea in Giurisprudenza e adesso sono agli sgoccioli anche gli ultimi corsi ancora aperti. Il Cua ha un contenzioso con l’ateneo da 12 milioni di euro per mancati versamenti dal 2008 ad oggi. Un debito altissimo che rischia seriamente di interrompere il rapporto tra Palermo e Agrigento, tanto da dover costringere a chiudere dal prossimo settembre il corso in Archeologia. “Vorremmo puntare sui poli decentrati – afferma il rettore Fabrizio Micari – ma senza una regolamentazione precisa dei consorzi con il contributo stabile da parte della Regione non possiamo fare programmazione”. A dicembre del 2017, il Cua ha perso pure il sostegno dei Comuni di Sciacca e Ribera, che avevano legato il proprio nome alla possibilità di sfruttare la vocazione turistica dell’Agrigentino. E così, il consorzio è rimasto solo ad affrontare una crisi che va avanti da anni.
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