Tra promesse, rivendicazioni e accuse di immobilismo
AGRIGENTO — Dove finisce l’impegno politico e dove comincia la propaganda? È la domanda che aleggia attorno alla riqualificazione della pista di pattinaggio di San Leone, tornata al centro del dibattito cittadino dopo l’approvazione in Giunta del progetto esecutivo per la sua manutenzione straordinaria. Un intervento atteso da anni, che promette di restituire alla città una struttura sicura e conforme agli standard federali. Ma dietro l’annuncio ufficiale, si consuma una polemica accesa tra maggioranza e opposizione, tra assessori e consiglieri, tra chi rivendica il merito e chi denuncia l’inerzia.
A dare il via alla contesa è stato l’assessore ai Lavori Pubblici Gerlando Principato, che ha comunicato con “grande soddisfazione” l’approvazione del progetto, firmato congiuntamente con l’assessore alla Rigenerazione Urbana. «Come ex pattinatore, vivo con emozione questo momento», ha dichiarato. «Grazie al finanziamento dell’Assessorato Regionale alle Infrastrutture, potremo finalmente riaprire la pista, rimuovere le barriere fatiscenti e restituire ai giovani e agli ex atleti un impianto degno». Principato ha sottolineato il valore simbolico dell’intervento, definendolo «un segnale concreto di attenzione verso le nuove generazioni» e «un passo decisivo nella riqualificazione del lungomare Falcone e Borsellino».
Ma la consigliera comunale Roberta Zicari, esponente della Democrazia Cristiana, non ci sta. E affida a una nota pubblica il suo disappunto: «Leggo le dichiarazioni dell’assessore Principato e resto basita. Aveva promesso, sì, ma non ha mosso un dito per realizzarla». Secondo Zicari, il progetto ha visto la luce solo grazie all’intervento del gruppo consiliare della DC, che si sarebbe “sostituito all’amministrazione attiva” chiedendo all’onorevole Pace di sostenere la riqualificazione degli impianti sportivi del lungomare.
La consigliera non risparmia critiche nemmeno al sindaco, accusato di immobilismo: «Mentre il primo cittadino gioca a non toccare palla sui 12 milioni di euro ricevuti dal governo regionale per gli eventi, noi abbiamo chiesto decoro urbano per i nostri concittadini». E rincara: «Dovrebbe scusarsi per aver impiegato otto mesi per portare il progetto in Giunta e ringraziare la DC, con in testa l’on. Pace. Invece, neanche una piccola menzione».
Il tono è duro, ma non privo di orgoglio: «Sono dispiaciuta per lo stile di parte di questa giunta, ma contenta per la città e fiera di questo risultato». Zicari chiude con un monito che suona come una lezione di etica politica: «Credo che l’onestà, anche intellettuale, debba essere un prerequisito per chi fa politica».
La vicenda della pista di San Leone, dunque, si trasforma in un caso emblematico di tensione tra amministrazione e consiglio, tra visioni diverse del ruolo pubblico e della comunicazione istituzionale. Mentre i cittadini attendono l’avvio dei lavori, la politica locale si interroga su chi debba davvero prendersi il merito — e su chi, invece, debba assumersi la responsabilità dei ritardi.
In attesa del decreto di finanziamento da parte della Regione, resta una certezza: la pista di pattinaggio tornerà a vivere. Ma il percorso che l’ha riportata al centro dell’attenzione cittadina è tutt’altro che lineare.
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