E’ ripreso ieri davanti al secondo collegio di giudici – presieduto da Luisa Turco (a latere i giudici Miceli e Genna) – il processo che vede imputato l’imprenditore empedoclino Giuseppe Burgio per una bancarotta fraudolenta nonché per una distrazione di beni milionaria.
L’udienza, come scrive Grandangolo, riprendeva per l’audizione di alcuni testi presenti nella lista del pubblico ministero, rappresentato dal sostituto procuratore della Repubblica, Simona Faga. Escussioni che si sono concentrate sull’iter bancario a cui era stato sottoposto il “gruppo Burgio” e, in particolare, su un numero abbastanza corposo di assegni che, prima di essere protestati, vennero di fatto congelati e lasciati in sospeso. “C’erano tre opzioni sugli assegni: pagarli, protestarli o sospenderli: La banca optò inizialmente per la terza via fin quando anche le spese quotidiane non vennero più saldate dal Burgio”, ha raccontato una dirigente dell’istituto bancario.
Sentito anche l’advisor che avrebbe dovuto mettere a posto i conti fortemente compromessi del gruppo imprenditoriale facente capo a Burgio, il dottore commercialista Fabrizio Lo Jacono (nominato da Burgio ) : “Il mio compito era quello di proporre, in base alla situazione, interventi mirati che potessero in qualche modo risollevare le sorti aziendali. Questo però non fu possibile farlo perché i bilanci e la documentazione che arrivava era sempre incompleta e c’era molta confusione e approssimazione nei documenti contabili”.
Il processo riprenderà il 19 febbraio quando a rendere dichiarazioni spontanee sarà lo stesso Giuseppe Burgio; il 26 febbraio, invece, si tornerà in aula per completare la lista dei testi del pm e cominciare con l’esame delle parti civili rappresentate – fra gli altri- dagli avvocati Russo e Genovese.
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