Il sindaco di Agrigento emette un’ordinanza per porre un freno alla vendita di souvenir che richiamino alla Sicilia conosciuta come terra di “Mafia”. Parliamo di quei souvenir che ritraggono il classico siciliano vestito di nero, con la coppola e la lupara, con tanto di scritta “u mafiusu”. Ma c’è anche la coppia, lui e lei su una macchina colorata di verde, bianco e rosso, ed entrambi portano sulle spalle il fucile a canne mozze. E per chi ama la famiglia, c’è anche la versione: padre, madre e figlio con tanto di didascalia “famiglia mafiusa”. Oppure souvenir del “Padrino”, nota serie televisiva con Al Pacino.
Souvenir di una Sicilia che rimanderebbe a una mentalità mafiosa, a uno stereotipo che affascina il turista. Nella centralissima via Atenea non si vedono questi souvenir da anni. Anche ieri, avendo fatto un giro per i negozi di souvenir, pochissimi, a dire il vero, della Via Atenea, nessuno esponeva questo tipo di oggetti. Del resto, campagne contro questo tipo di prodotti sono già state avviate almeno dieci anni fa. Eppure il sindaco Francesco Miccichè, spinto dalle proteste di qualcuno, ha emesso un’ordinanza che vieta la vendita, da parte di coloro che commerciano souvenir turistici, di oggetti e rappresentazioni rievocative della mafia e dei mafiosi.
Nell’ordinanza di divieto, tra l’altro, il sindaco scrive: «Ritenuto che la vendita di tali prodotti nel territorio di Agrigento mortifica la comunità agrigentina, da anni impegnata nella diffusione della cultura della legalità, si ordina il divieto di vendita di qualsiasi tipo di oggetto che inneggi, o richiami in qualunque modo e forma, alla mafia e alla criminalità organizzata».
Non mancheranno i controlli e, in alcuni casi, anche le multe. Al corpo di polizia municipale, infatti, il sindaco ha affidato la vigilanza sull’esecuzione del provvedimento ed ha disposto anche la trasmissione alla prefettura, alla questura, al comando della Guardia di Finanza e al Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Agrigento. Inoltre, il provvedimento è stato pubblicato sul sito istituzionale del Comune di Agrigento, assicurandone piena ed ampia diffusione.
Anche ieri sera, dopo la diffusione della notizia sull’emissione dell’ordinanza, siamo tornati in via Atenea e nessuno dei commercianti ha voluto rilasciare dichiarazioni. Che forse i gadget e i souvenir incriminati siano stati ritirati dopo l’ordinanza?
Questa è comunque una storia vecchia. Infatti, nel 2019 era stato l’allora direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, Giuseppe Parello, a stoppare la vendita di questi prodotti, che erano esposti sulle bancarelle sistemate nel piazzale antistante il punto di ristoro. Quelle bancarelle erano piene zeppe di calamite e ceramiche che raffiguravano il siciliano visto nello stereotipo del Padrino, con tanto di coppola e lupara.
Non è la prima volta nemmeno sull’isola che vengono messi al bando souvenir legati alla mafia. Questa mattina è arrivato il plauso perfino del leader della CGIL di Agrigento, da sempre molto critico nei confronti del sindaco. Che non sia stato lui a sollecitare tale provvedimento? Ecco la nota della CGIL: “La CGIL di Agrigento interviene sulla questione del divieto di vendere oggetti che inneggiano alla mafia, apprezzando tale scelta, una pratica purtroppo diffusa in alcune zone turistiche della Sicilia. Il sindacato ha espresso preoccupazione per la presenza di questi oggetti, che non solo banalizzano la gravità del fenomeno mafioso, ma rischiano anche di alimentare una cultura di omertà e di glorificazione della criminalità organizzata. La CGIL ha chiesto il potenziamento e, di conseguenza, un rafforzamento dei controlli da parte dei vigili urbani e delle altre autorità competenti, affinché si assicuri il rispetto delle normative che vietano la vendita di tali prodotti. L’obiettivo è quello di tutelare l’immagine della città e promuovere una cultura della legalità, sensibilizzando i cittadini e i turisti sull’importanza di combattere ogni forma di criminalità organizzata. La CGIL ha chiesto il potenziamento e, di conseguenza, un rafforzamento dei controlli da parte dei vigili urbani e delle altre autorità competenti, affinché si assicuri il rispetto delle normative che vietano la vendita di tali prodotti. L’obiettivo è quello di tutelare l’immagine della città e promuovere una cultura della legalità, sensibilizzando sia i cittadini che i turisti sull’importanza di combattere ogni forma di apologia della mafia. Questo intervento si inserisce in un più ampio contesto di lotta alla mafia e alla diffusione di messaggi che ne minimizzano la pericolosità, sottolineando l’importanza di un’azione coordinata tra le istituzioni e la società civile per contrastare questo fenomeno. Il sindacato ha sottolineato l’importanza di un monitoraggio costante da parte delle forze dell’ordine per garantire il rispetto delle normative e prevenire la diffusione di messaggi che possono alimentare una cultura mafiosa.
Questa richiesta non si limita solo alla sorveglianza delle attività commerciali, ma si estende a un controllo più generale del territorio, volto a preservare la sicurezza e il decoro della comunità. Una maggiore presenza dei vigili urbani contribuirebbe a dissuadere comportamenti illegali e a rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni locali.
Il Segretario generale del sindacato, Alfonso Buscemi, ha espresso preoccupazione per il crescente problema delle auto parcheggiate in doppia fila, in particolare lungo il Viale della Vittoria. Questa pratica non solo crea disagi alla circolazione stradale, ma rappresenta anche un pericolo per la sicurezza dei pedoni e degli automobilisti. Il sindacato ha richiesto un intervento più deciso da parte dei vigili urbani, con un aumento dei controlli e l’applicazione di sanzioni più severe per chi trasgredisce le regole del codice della strada. L’obiettivo è migliorare la viabilità e garantire una maggiore sicurezza lungo una delle principali arterie cittadine, che è spesso soggetta a traffico intenso. Inoltre, la CGIL ha sottolineato l’importanza di sensibilizzare i cittadini sul rispetto delle norme di parcheggio, promuovendo comportamenti più responsabili e rispettosi degli spazi comuni. Una gestione più rigorosa del traffico e dei parcheggi contribuirebbe a rendere la città più vivibile e sicura per tutti.