Approvazione del regolamento e delle tariffe da applicare per la realizzazione di eventi privati nell’area del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento. Una concessione temporanea, dietro pagamento prestabilito, di alcune aree: Tempio di Giunone, Ercole, Zeus Olimpo, Dioscuri, Villa Aurea, Casa Barbadoro.
Secondo l’allegato ufficiale, con le rispettive tariffe d’affitto, per una cena e lo spettacolo ( anche da abbinare a visita) si dovrà pagare 30.000 euro così come per le manifestazioni finalizzate a marketing. Se invece si vuole affittare un Tempio per una sfilata di moda si pagherà 50.000 euro, per un evento privato 70.000 (a parte il Google Camp che ne da 100.000) ed infine per mostre organizzate da privati 15.000 euro. Le tariffe cambiano in caso di soggetti no profit.
A seguito del versamento degli importi, potrà essere stipulato l’atto concessorio che potrà prevedere l’organizzazione di eventi anche al di fuori dell’orario di apertura ordinaria del Parco. Qualora la manifestazione dovesse realizzarsi all’interno dell’orario di apertura, la stessa potrà essere consentita solo se non venga pregiudicata la pubblica fruizione dei beni. L’utilizzo delle aree è anche subordinato a delle precise condizioni di rispetto dei siti archeologici.
Una decisione che non è piaciuta a molti agrigentini che hanno commentato sui social la notizia. C’è chi vede la propria Valle quasi “svenduta”. Altri, invece, sono d’accordo facendo riferimento per esempio al Teatro di Taormina e dunque, per fare cassa, è bene affittare. Addirittura c’è chi, in maniera ironica, reputa i prezzi così “accessibili” da volere festeggiare in uno dei siti la propria pensione.
Il Parco Archeologico, diretto dall’Arch. Giuseppe Parello, invece fa ulteriore chiarezza sottolineando che si tratta di un adeguamento agli standards dei siti internazionali, vista anche la crescita del Parco negli ultimi anni.
“Le proposte saranno valutate, non si apriranno le porte a tutti“, ha dichiarato Parello. “Valuteremo– ha continuato- solo quelle di qualità che garantiscano una potenziale positiva refluenza sulla valorizzazione, diffusione e promozione del patrimonio culturale e dunque più visibilità per i nostri beni e nel loro rispetto”.
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