Due ore e mezzo di tempo per interrogare Fabrizio e Salvatore La Gaipa, gli imprenditori alberghieri di Agrigento finiti ai domiciliari il primo e con il divieto di soggiorno in città il secondo perché accusati di estorsione nei confronti dei loro dipendenti costretti a firmare buste paga fasulle e a ritornare indietro parte del denaro ricevuto, con il primo, cioè l’albergatore-politico (esponente grillino alle ultime elezioni regionali) a rispondere a tutte le domande specificando che mai ha estorto dentro ai suoi dipendenti, che mai ha fatto firmare buste paga fasulle e che mai avrebbe preteso la restituzione di soldi contabilizzati in busta paga. La decisione del Gip del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, però è stata avversa a La Gaipa, in quanto il giudice ha rigettato l’istanza di scarcerazione presentata dai legali del 42enne imprenditore arrestato con l’accusa di estorsione. Secondo il Gip il quadro delle esigenze cautelari rimane immutato e pertanto La Gaipa resta agli arresti domiciliari. Ora però, sembra che l’inchiesta non sia conclusa, e come riportato dal Giornale di Sicilia, la stessa sembrerebbe allargarsi. Gli investigatori avrebbero nel “mirino” un episodio su cui starebbero indagando: si tratterebbe, come scrive il quotidiano palermitano in un articolo di questa mattina, di un accendino, incastrato nel tergicristallo dell’auto dell’aiuto cuoco, ritenuto l’accusato principale di La Gaipa. Gli investigatori vogliono capirne di più sul fatto.
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