Agrigento è stata la prima ad essere ascoltata, nella sala del Refettorio di Palazzo Venezia in Via del Plebiscito. Ultimo step per provare a conquistare di Capitale della Cultura italiana del 2025.
Oggi, 27 marzo, a Roma, si è svolta l’audizione per la finale della candidatura. A disposizione 30 minuti per presentare il dossier candidatura, poi una sessione di ulteriori 30 minuti per le domande della commissione. Un’ora di tempo, dunque , per convincere la giuria di esperti. Ad illustrare il dossier della candidatura sono stati il sindaco Franco Miccichè, il progettista Roberto Albergoni, il presidente del Consorzio Universitario Nenè Mangiacavallo. Dopo di loro hanno relazionato Teresa Fiore, docente Montclaire università del New Jersey, Margherita Orlando coordinatrice progetto archeologia pubblica Agrigento/Tunisi, Florinda Saieva fondatrice Farm Cultural Park Favara, Gaetano Galvagno. Sono intervenuti anche Costantino Ciulla, assessore comunale di Agrigento, Pasquale Seddio docente università Bocconi e Letizia Casuccio, direttore generale Coopculture. Diverse le domande rivolte alla delegazione soprattutto per conoscere la solidità economica del progetto, dato che buona parte sarà coperto con i fondi del Comune derivanti dalla tassa di soggiorno. La commissione ha chiesto anche lumi sugli interventi dedicati alla promozione del territorio , anche dopo l’anno di capitale della Cultura.
Turismo, archeologia, attività didattiche ma soprattutto il coinvolgimento dell’intero territorio: sono stati questi i punti cruciali dell’audizione. Proprio sulla domanda da parte della commissione sull’ effettiva condivisione con il territorio del progetto, il primo cittadino Miccichè ha preferito far rispondere ad Albergoni: “Temevo di dire cose inesatte”, ha chiarito subito dopo l’audizione.
C’è ottimismo nella delegazione agrigentina.
Ora bisognerà attendere l’audizione di tutte le altre nove città candidate prima di conoscere la decisione della giuria prevista per il 31 marzo prossimo.
Sarà un giornalista a “dirigere” la sfida della nuova Capitale italiana della Cultura: Davide Desario presiederà la commissione di esperti che deciderà il traguardo delle dieci candidate per il prestigioso titolo del 2025. La nomina arriva dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Desario sostituisce il dimissionario Mario Sechi.
Intanto, sta facendo discutere l’intervista rilasciata dal sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi: “Spero che per la ventesima volta non vinca una città di centrosinistra; perciò mi auguro che arrivi prima una di centrodestra”.
Per rendere più chiaro il messaggio, Sgarbi aggiunge che “delle tre umbre finaliste, Assisi, Orvieto e Spoleto, vincerà la città di centrodestra”. Cioè Orvieto. Sgarbi conferma e rilancia: “Deve essere una città piccola, chiamano Agrigento (una delle finaliste per il 2025, ndr), ma quale caxxo di Agrigento? Credo che all’80% vincerà l’Umbria, perché è una regione che non ha ancora avuto la capitale. Avendo sempre vinto città di centrosinistra, visto il ministro (Gennaro Sangiuliano, ndr) per come lo conosco, sarà una città di centrodestra a vincere”. Del resto, aggiunge, “hanno rotto il caxxo (quelli di sinistra, ndr): hanno fatto vince- re Pesaro invece di Ascoli e Vicenza… Mi deve spiegare perché la sinistra deve avere tutte le capitali della cultura. È evidente che conoscendo Sangiuliano, non sarà questo il metodo”. Parole che confermano i timori dei comitati finalisti – da Agrigento ad Aosta, passando per Asti, Bagnoregio (Vt), Monte Sant’Angelo (Fg), Orvieto (Te), Pescina (L’Aq), Roccasecca (Fr) – sulla “vittoria umbra”.
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