L’anno 2025 segna un momento storico per Agrigento, eletta Capitale italiana della Cultura . Un riconoscimento che porta con sé entusiasmo, opportunità, ma anche polemiche e sfide. Tuttavia, per il Presidente nazionale del FAI (Fondo Ambiente Italiano), Marco Magnifico, non ci sono dubbi: è il momento di crederci davvero, dice in una untervista rilasciata al quoridiano La Repubblica.
Con una storia millenaria e un patrimonio archeologico senza eguali, Agrigento ha tutte le carte in regola per onorare questo titolo. La nomina, secondo Magnifico, è un’occasione irripetibile per rilanciare la città e valorizzare le sue risorse. « Non possiamo che stupire: Agrigento ce la farà » afferma con determinazione.
Un segnale forte è arrivato anche dall’accordo tra il FAI e il Parco Archeologico della Valle dei Templi, che ha rinnovato per altri 25 anni la gestione del Giardino della Kolymbethra, autentico gioiello naturalistico e storico della Sicilia. Un’ulteriore dimostrazione di fiducia verso il futuro della città.
Ma cosa significa realmente essere Capitale italiana della Cultura ? Non si tratta solo di un riconoscimento, ma di una responsabilità. Magnifico sottolinea come Agrigento debba prendere coscienza del proprio valore, evitando quelle divisioni che spesso ne hanno frenato lo sviluppo.
«Molti agrigentini vivono questa vittoria con entusiasmo, ma anche con un senso di umiliazione dovuta alle polemiche» spiega il Presidente del FAI. «Eppure, le critiche possono servire: devono essere uno stimolo per fare meglio, per riscoprire l’orgoglio di appartenere a questa terra straordinaria».
Il FAI ha avuto un ruolo attivo nella candidatura, sostenendo il progetto e contribuendo alla stesura del Museo della Città, che il sindaco di Agrigento ha promesso di inaugurare entro l’anno. «Quale altra città italiana può vantare 2.500 anni di storia così prestigiosa ?» si chiede Magnifico.
L’anno da Capitale della Cultura porterà con sé importanti novità e investimenti . Tra le iniziative previste spicca la riqualificazione delle Case Montana, antiche abitazioni contadine all’interno del Giardino della Kolymbethra, che diventeranno un museo dedicato alla storia agricola della Valle dei Templi. Un progetto da due milioni di euro che restituirà alla comunità uno spazio ricco di memoria e tradizione
Ma non finisce qui. Sono in corso scavi archeologici che stanno riportando alla luce elementi inediti del passato agrigentino, tra cui quello che potrebbe essere il muro della diga dell’antica Kolymbethra. Inoltre, verranno migliorati i servizi per i visitatori, con una nuova biglietteria progettata dall’architetto Mario Cucinella e nuovi servizi igienici per il risparmio idrico .
La previsione per il 2025 è di centomila visitatori nel giardino della Kolymbethra, un numero che supera di gran lunga la media annuale di ottantamila. Ma il vero problema potrebbe non essere la quantità di turisti, bensì la gestione di un potenziale overtourism
Magnifico avverte: «La sfida non è solo attrarre turisti, ma garantire che Agrigento possa sopravvivere al proprio successo». Per questo, si pensa a strategie di contingentamento degli ingressi per preservare il delicato equilibrio tra valorizzazione e sostenibilità.
Il 2025 rappresenta per Agrigento un punto di svolta. Questa nomina può trasformarsi in un motore di crescita economica e culturale, ma richiede un impegno collettivo. Per Marco Magnifico, il momento è arrivato: Agrigento deve smettere di sottovalutarsi e dimostrare al mondo il suo valore .
Le polemiche e le difficoltà del passato devono lasciare spazio a un nuovo spirito di collaborazione e fiducia. Perché, come sottolinea il Presidente del FAI, quest’anno Agrigento non deve solo essere Capitale della Cultura: deve diventare capitale di se stessa .
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